Home
 
CARDIACS Songs by Cardiacs and affectionate friends ORG Records 2001 UK

Come forse si può dedurre dal titolo in realtà questa compilazione non riguarda esclusivamente l'opera dei Cardiacs, in sostanza oltre i pochi brani presenti del gruppo su questo disco vengono focalizzate volutamente le opere soliste ed i progetti paralleli di diversi membri dei Cardiacs. Certo, chi si volesse fare una minima idea della musica proposta dall'imprevedibile gruppo di Tim Smith e compagni potrebbe non essere soddisfatto del tutto da soli cinque brani su quindici, tra l'altro tratti unicamente dagli ultimi due album, "Sing to God part I e II" ('96) e "Guns" ('99), entrambi di ottima qualità. Il discorso è sempre lo stesso... provate a cercarvi oltre i due dischi rappresentati su questo lavoro altri titoli dei Cardiacs come "The seaside" ('84), "On land and in the sea" ('89) oppure "Song for ships and irons" ('91) ed una volta ascoltati rimarrete di certo affascinati e travolti dall'estro creativo e a dire il vero un pò folle di questi autentici esponenti della musica progressiva e di ricerca. Pr chi invece fosse già ben a conoscenza della musica dei Cardiacs questa compilation può essere di buon interesse vista la presenza di diversi brani tratti dall'universo parallelo che anima questa raccolta. Così possiamo goderci due brani degli Spratley Japs, progetto del cantante Tim Smith, a metà strada tra il sinfonismo più spinto e tracce di elettronica oppure altre eccellenti stravaganze come la ballata minimal-psichedelica dei Mikrokosmos, il lento incedere rock vagamente crimsoniano di Mark Cawthra (uno dei molti personaggi che ruotarono attorno ai Cardiacs) oppure la stralunata e canterburiana ballata orchestrale dei Catherine in a Cupboard... ed è curioso che alcuni di questi progetti siano ancora in divenire, vien da pensare se saranno mai pubblicati ufficialmente! In definitiva per chi volesse ampliare il proprio sguardo sulle vicessitudini sonore che ruotano attorno alla strana entità Cardiacs questa raccoltà può dare più di una soddisfazione visto che il materiale non manca, tanto da rapprsentare idealmente nella sua interezza (e non sto scherzando...) quasi trent'anni della musica britannica che a noi piace tanto... dai Moody Blues ai Gentle Giant passando per le vie di Canterbury sino ad arrivare alle più recenti istanze indie-rock!

 

Giovanni Carta

Collegamenti ad altre recensioni

JON POOLE What's the ugliest part of your body? 2002 

Italian
English