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STEVE COCHRANE The purest of designs Spirit Compass 1998 CAN

Non sempre gli one-man-band mettono in circolazione lavori poveri, malprodotti e dall'insopportabile sapore di artificiale; ci sono per fortuna artisti come il canadese Steve Cochrane che in tale situazione (anche se lui non fa tutto da solo, ma il grosso della strumentazione è sua) riesce a dar vita a un album come quello che abbiamo sotto mano, che riesce ad utilizzare la batteria programmata in modo che non sembri per nulla tale, che riesce ad amalgamare alla perfezione i suoi strumenti e che, in definitiva, non fa rimpiangere, per una volta, il lavoro di un'intera band. La musica che Steve ci propone sembra al primo ascolto avere due facce: quella del songwriter dalle sonorità anche un po' country, e quella più prettamente sinfonica; in verità in nessuno dei due aspetti l'artista dimentica completamente l'altro, tanto da poter definire questo disco, con la classica similitudine, un incrocio tra i Genesis e gli America. L'orchestrazione è dunque sempre ricca e molto sinfonica, sia nelle due composizioni lunghe (i 15 sinfonicissimi minuti di "The promise of the music" e la composita suite "Songs for Spring"), che nelle canzoni più brevi. Un bell'album... una bella rivelazione.

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

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