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CHAOS CODE The tragedy of leaps and bounds autoprod. 2002 USA

I Chaos Code, classico quartetto prog, cui si aggiunge un fiatista, rappresentano una delle migliori speranze del progressive statunitense e "The tragedy of leaps and bound" può essere visto come una delle sorprese del 2002. Dopo la bella apertura di "Unity", strumentale pregno di romanticismo, si entra nel vivo del disco con i dieci minuti e mezzo di "Another hand", aperti da un pungente tema chitarristico, che rappresenta il fulcro di questa composizione. Il brano in questione, con i suoi cambi di tempo, con le combinazioni elettroacustiche, con gli intrecci strumentali in cui la sei corde, le tastiere, il sax ed il flauto si scambiano i ruoli in continuazione e con le delicate melodie vocali, è un eccellente prova delle grandi qualità della band. Cominciano così a delinearsi anche le influenze dei Chaos Code, che rispondono ai nomi di Camel, Genesis e Jethro Tull, alle quali si aggiunge un pizzico di hard-rock che completa una ricetta davvero intelligente. "Spacesuits and sunglasses" accentua le caratteristiche romantiche della band, ben tratteggiate dalle melodie delle chitarre e del piano (ma ancora una volta si deve notare la perfetta interazione tra tutti i musicisti), con una contaminazione che prevede anche leggere incursioni nel jazz-rock, soprattutto nei momenti strumentali. Interessante l'hard-prog di "From cradle to grave" e "The creature self", brani che permettono al gruppo di esibire le proprie qualità tecniche; più curiose, invece, dopo una serie di brani dalle atmosfere cupe, le stravaganti invenzioni dell'allegra "Balance", strumentale con qualche rimando ai Gentle Giant. Ancora rock sinfonico di gran classe e ricco di cambi di tempo con "A reason to kill", mentre la chiusura è affidata a "Distance", che con tredici minuti di suggestioni sinfoniche, dall'apertura di lirismo pianistico, ai dialoghi tra chitarra, sax e tastiere, passando per solos d'effetto, porta splendidamente a conclusione quest'album vivamente consigliato.

 

Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

CHAOS CODE A tapestry of afterthoughts 1999 
CHAOS CODE Propaganda 2005 

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