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FABIO CELI E GLI INFERMIERI Follia Studio7 1969? (Mellow 1995) ITA

C'era una volta un ambiente progressivo scarsamente popolato che si sovrapponeva, fino a coincidere, con il mondo del collezionismo. La commistione non era dovuta ad affinità di sentimenti o nobiltà simili... molto più semplicemente le ristampe non esistevano e se volevi del prog dovevi prendere gli LP originali, purtroppo rari. Convivevano quindi l'uno accanto all'altro (sgomitando alle conventions) persone che compravano i dischi del genere perché desiderosi di sentirne il contenuto ed altri che li prendevano per averli. Comparve d'un tratto sul mercato un disco datato '69 venduto a qualche 100.000 lire... come ci si può immaginare venne comprato solamente dai collezionisti e nulla di particolare sarebbe seguito se non fosse girata la voce che qualcuno lo aveva anche ascoltato e ne era rimasto entusiasta. Si parlò di un lavoro geniale che, in Italia, avrebbe anticipato idee che si sarebbero poi trovate in gruppi storici inglesi: il primo disco prog italiano (oltre tutto senza modelli?!)? La questione è meno banale di ciò che può apparire in quanto se il disco fosse veramente da far risalire al '69... tanto di cappello e scroscio di applausi; se invece la data di incisione fosse posteriore... beh, il discorso è completamente diverso. Spiace dovere distruggere a molti il mito ma possiamo garantire che il disco venne inciso nel 1973; le atmosfere create dall'apparato di tastiere, che sono il punto di forza del lavoro, non possono essere quindi descritte come precorritrici di ciò che venne poi mentre è giusto inquadrare l'intero lavoro come una prova molto molto interessante ma non fondamentale e neppure troppo ben registrata. Un valido esempio del più tipico suono italiano anni 70 ben confezionato che però, alla luce delle novità, perde molto del suo fascino e della sua unicità ricadendo nella media. Nota conclusiva: non pare "indovinata" l'idea di mischiare bonus tracks con il corpo del lavoro. Già non risulta opportuno intervenite all'interno di un'opera in quanto, così facendo, se ne altera la concezione... se poi si pensa che nella maggior parte dei casi (ed il ed in esame non fa eccezione) i brani aggiuntivi provengono da 45 giri incisi in diversa epoca e, spesso, per scopi di mercato più che artistici, ci si può immaginare quanto la scelta sia poco felice.

 

Luca Rodella

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