Dopo aver rispolverato lo splendido album degli Uppsala, ottimo trio francese attivo all'inizio degli anni '80 ed autore di un jazz-rock venato di zeuhl, la Musea ci propone la ristampa del primo disco solista ufficiale (in realtà ne era già stato registrato uno nel 1980 che però non ha mai visto pubblicazione) del chitarrista di questa band. In "Climage", Philippe Cauvin mostra tutta la sua abilità alla sei corde, in un lavoro che si discosta molto dallo stile degli Uppsala e che si presenta maggiormente variopinto. Ben diciassette i brani presenti (cinque le bonus tracks), che spesso hanno durata contenuta e che sono la migliore dimostrazione della duttilità di questo bravo musicista. Sovente è la chitarra acustica ad essere in evidenza, in composizioni seducenti che in parte recuperano la classe e la delicatezza di Hackett e Phillips e che in parte rimandano alla tradizione bretone, senza disdegnare incursioni in ambiti più medievaleggianti. Come una sorta di trovatore moderno, questo musicista si esibisce in un repertorio dalla raffinatezza incredibile, mirando ed ottenendo perfettamente l'unione di virtuosismo ed emozione. Ci sono, inoltre, anche dei brani nei quali Cauvin è accompagnato da più musicisti per indirizzarsi verso un jazz-rock melodico e personale dalle sonorità elettriche che, tuttavia, solo in minima parte può ricordare l'esperienza con gli Uppsala. Estremamente gradevole anche l'accompagnamento vocale dello stesso Cauvin, che sa essere caldo ed elegante con armonie di indubbio buon gusto. Con "Climage" possiamo quindi scoprire un artista sui generis dalle grandi doti, capace di rapire l'ascoltatore attraverso una musica intensa, ispiratrice di serenità per merito dei toni felpati e che dimostra come anche in un periodo considerato un po' troppo buio per il progressive, dischi di valore ne uscivano eccome. Ed ora non ci resta che attendere l'uscita dell'annunciata ristampa del seguente album, "Memento", datato 1984.