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COLTSFOOT A winter harvest Brainworks 1996 UK

La natura e le sue stagioni, il trascorrere del tempo, l'uomo e il suo ruolo vitale: sono argomenti sui quali è assai difficile dare un'opinione compiuta, senza il rischio di cadere nella retorica o nel banale. I Coltsfoot hanno cercato di esprimere, a modo loro, il proprio pensiero sull'argomento, inducendo nell'ascoltatore stati d'animo differenti con il mezzo più a loro più congeniale: la musica. Tale comunicazione musicale viene operata tramite lo stile che forse riesce meglio ad avvicinare l'essere umano, alle sue origini naturali e ai sopracitati concetti, ovvero il folk reso, nel nostro caso, moderno ed elettrico dall'esuberante presenza di sintetizzatori, suonati da Geoff Proudley, e (purtroppo) da un batteria elettronica il cui utilizzo (per fortuna) è alquanto contenuto. Rare, per il genere musicale in oggetto, sono invece le apparizioni della chitarra di Rog Patterson (produttore di quest'opera ed ex-Twice Bitten) e limitato è anche l'intervento del cantante, peraltro non sempre eccezionale, Stuart Martin. Per coloro che desiderano maggior chiarezza nella descrizione dell'opera, posso ricordare che già sul finire degli anni '80 i Coltsfoot rappresentavano, con le loro produzioni, l'anima più acustica della scena new prog inglese. Il perfezionamento stilistico-strumentale avvenuto con questo CD non ha modificato la sostanza di quanto avevamo già sentito in passato, grazie forse anche all'immutata struttura della line-up, che per questo decennio, ha visto solo la defezione del (mediocre) batterista Steve Wilson. Il tempo non è comunque trascorso senza lasciar traccia di se, visto che ci è comunque dato ravvisare qualche strascico di new age fra le tessiture melodiche della band Un'ulteriore indicazione sul Coltsfoot-sound è desumibile direttamente dal luogo di missaggio del CD: gli studi Englewood di Anthony Phillips, il quale, sia nel sound che nella melodia, ha lasciato un'inconfondibile impronta di sé, e del suo cristallino gusto musicale su questo lavoro.

 

Giovanni Baldi

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