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CHARANKU Charango progresivo Fondo de la musica 2008 CHI

Il mondo del rock progressive è proprio strano: quando tutto intorno a noi sembra sancirne la fine arriva sempre un gruppo che dà un minimo di speranza riguardo al futuro di questa musica così bistrattata dal pubblico e così poco considerata per quanto riguarda le nuove uscite.
Considerato poi che posso parlare di questo lavoro tramite un regalo di un amico che non ascolta determinate sonorità la speranza diventa sorpresa.
Questo “Charango progresivo”, secondo lavoro per il gruppo cileno, è ricco di anomalie che lo rendono diverso da tutto quello che ultimamente si sente in giro.
Partiamo dalla produzione: questo cd è stato interamente finanziato dal ministro della cultura cilena con tanto di tour promozionale incluso, cosa impensabile da noi (mi ricordo qualche cd finlandese anni '90, tipo Höyri-Kone, che avevano potuto contare su dei fondi governativi stanziati per produrre musica autoctona, ma non a questo livello). Anche l’aspetto multimediale è curatissimo tramite un sito fatto veramente bene, un blog dove il gruppo inserisce le foto fatte durante il tour in Cile e un myspace sempre aggiornato.
Continuiamo con l’aspetto musicale: Charanku nasce dalla mente di Italo Pedrotti, autore della maggior parte delle composizioni e già dal nome del gruppo si capisce che lo strumento principe in tutti i brani è il charango, una specie di mandolino tipico della tradizione andina. Nei 10 brani totalmente strumentali che caratterizzano questo lavoro ne troviamo addirittura due, coadiuvati da chitarre, tastiere, violini e percussioni.
Mettendo da parte l’etnicità della proposta, quello che salta all’orecchio, ascoltando questo cd, è come gli elementi tradizionali portati da questo tipo di strumentazione si leghino perfettamente ad un substrato a volte jazz-rock a volte classicamente prog creando una miscela che partendo da basi conosciute crea sonorità originali e che rimangono impresse.
Oltre la logica influenza dei connazionali Congreso, riferimenti a certe cose dei King Crimson periodo Starless sono molto marcati e soprattutto nei momenti più acustici l’ombra di Genesis e Camel viene fuori più volte.
Non siamo però di fronte a manierismo musicale, pezzi come “Sideral” o “El angel errante” hanno una propria personalità indipendentemente dai classici ai quali volenti o nolenti i cileni si rifanno.
Il brano simbolo di questo lavoro e di tutto questo progetto è comunque “Cuatro jinetes” dove i Charanku in nove minuti riescono a mettere sul tavolo tutte le loro influenze (ci sento molto anche dei Perigeo in questo brano) e tutto il loro progetto sonoro.
Un disco da ascoltare per capire cosa può riservare il rock progressive del nuovo millennio. Si può essere moderni e fare prog senza per forza snaturare questo tipo di musica, i Charanku, anche se provengono dal Cile, danno una lezione in questo senso a molti artisti che campano di rendita solo perché provengono da zone del mondo più blasonate in campo progressive.
“Charango progresivo” è una sorpresa da scoprire pian piano.


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Antonio Piacentini

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