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CASTALIA Harbours autoprod. 2009 ITA

Avendo ancora bene in mente il delirio disarticolato di "I've Changed My Mind", il primo cd autoprodotto di Castalia (alias Luigi Ametta, ex Circle Of Fairies), stavo già tremando all'idea di affrontare l'ennesimo lavaggio di cervello pseudo avanguardistico in un ambito musicale determinato da ambizioni circoscritte al lo-fi più rozzo, e dal dilettantismo più disperato ed incoscente, condito da un senso dell'umorismo alquanto criptico. Insomma, "I've Changed My Mind" nella sua ostentata impresentabilità rappresentava qualcosa di orribile e piacevole allo stesso tempo, con addirittura qualche spunto anche piuttosto interessante. Lo squallore da cartolina turistica da quattro soldi della copertina di "Harbours" mi ha quindi fatto temere il peggio, o il meglio, a seconda dei punti di vista: inserisco il cd-r nel lettore e trattengo il respiro. Una volta iniziati i ventinove minuti (tra i più lunghi della mia vita) di "Harbours" avverto che le intenzioni di Luigi Ametta sembrano sensibilmente cambiate rispetto al disco precedente... e sono cambiate in peggio. In realtà questo dovrebbe essere una specie di "concept" dedicato ad alcune delle più suggestive località balneari e turistiche del mediterraneo, eccetto Brighton Marina, sette brani dedicati ad altrettanti luoghi (Hyeres, Capraia, Porquerolles...): ascoltando "Harbours" l'impressione è quella di un bel giro turistico fatto sotto l'effetto (bad trip, nulla di piacevole) di qualche pesante sostanza psicotropa. Ora la "musica" di Castalia è estremamente dilatata, rilassata quando non narcotizzata fino alla nausea. "Harbours" fa dell'ambient chitarristico più rarefatto il proprio riferimento, con un ampio ricorso di effetti eco e phasing per dare colore ai blandi arpeggi della chitarra di Ametta e qualche velleità improvvisativa e approssimativa di stampo (molto vagamente) free. Questo almeno fino ai primi tre pezzi del cd. Niente di poi così orribile in realtà. Nei successivi brani entra invece di scena l'angoscia vera e propria con una serie di loops di chitarra registrati (banalmente) alla rovescia, accompagnati da una sezione ritmica elettronica modello "cd difettoso" a dir poco mortali, roba che ti fa passare la voglia di ascoltare musica per il resto della vita... con l'aggravante che la maggior parte dei loops sono stati registrati nell'ormai lontano 1991: mi chiedo se era davvero il caso di rispolverarli, evidentemente Castalia non ci vuole bene! Per pura curiosità segnalo che molto materiale campionato presente in "Harbours" è estratto da non ben identificati lavori di Phil Collins, Elio e le Storie Tese, Steven Wilson e Solstice... a voi il piacere e soprattutto la sofferenza di scorprire quali sono!



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Giovanni Carta

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