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CARY CLOUSER Finger paintings Melodic Revolution Records 2011 CAN

Con questo lavoro andiamo alla scoperta di Cary Clouser, musicista canadese che ci presenta un dischetto della durata di circa cinquanta minuti in cui canta e suona tutti gli strumenti, salvo qualche aiuto di alcuni ospiti qua e là. “Finger paintings” è un cd che sembra, sotto certi aspetti, provenire dai Seventies, infarcito di progressive con rimandi alla musica classica, di Yessound, di rock sanguigno e di timbriche vintage. L’album si apre con un breve brano strumentale, barocco e orchestrale, che dà un tono molto classicheggiante, subito spezzato da “Don’t know?”, un rock pienamente immerso negli anni ’60 e ’70 di Allman Brothers, Neil Young e Creedence Clearwater Revival, anche se l’intervento del flauto a metà pezzo fa inevitabilmente pensare ai Jethro Tull. E’ con la terza traccia “Ship of pride” che si incomincia a vedere la spinta prog nella musica di Clouser, con un bel rock sinfonico in stile Yes, dai ritmi variabili e un po’ stravagante, che non manca di strizzare l’occhio ai Beatles nelle melodie vocali. Come già accennato all’inizio, l’influenza degli Yes e ben evidente nel lavoro e così la troviamo anche in altre composizioni, come “Precious” (forse il pezzo forte del lavoro, in cui si intravedono anche echi di Genesis in passaggi strumentali classicheggianti) e “Have you heard”, nei quali Cary sembra puntare all’imitazione vocale di Jon Anderson. Spazio anche ad una lunatica ballata semiacustica (“It’s time”), alla scanzonata e allegra “Shine… The pretentious one”, in cui si intravedono la West Coast e di nuovo i Tull per mezzo del flauto e a due romantici momenti di solo piano, che in “Dark 1st impression” e “Darker 2nd impression” portano nuovamente in evidenza l’importanza della musica classica per Clouser. In coda troviamo tre tracce che non sono altro che il già ascoltato “Precious”, ma editato in tre parti diverse ed una ghost-track di poco più di mezzo minuto dove possiamo ascoltare invenzioni tastieristiche sinfoniche. Abbiamo fatto cenno anche ad alcuni musicisti che hanno coadiuvato Clouser in alcuni pezzi e preme segnalare qualche nome sotto certi aspetti “illustre”, visto che troviamo Brett Kull (noto per la sua militanza negli Echolyn), Dylan Howe (figlio di Steve, ma che non segue le orme del padre, visto che suona la batteria) e Damon Shulman (sì, parente dei fratelli Shulman dei Gentle Giant). “Finger paintings” è il classico dischetto che non dice niente di nuovo, impregnato principalmente di un progressive sinfonico derivativo degli anni d’oro, ma che si lascia ascoltare con estremo piacere e senza mai annoiare.


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Peppe Di Spirito

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