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CORIMA Quetzalcoatl Soleil Zeuhl 2012 USA

Cd inserito nel lettore. Spingiamo il tasto play… Ed ecco l’assalto immediato, con l’urlo “Corima” e il susseguente attacco di cori d’atmosfera e di ritmi marziali e potenti che ci catapultano in un mondo sonoro, quello della musica zeuhl e dei Magma, che per questa band statunitense deve essere un amore, prima ancora che un’influenza. Per di più, ulteriori omaggi all’opera di Christian Vander si possono chiaramente vedere nel titolo della suite (“Corima iss de hündin”) che apre l’album e delle varie tracce che la compongono (giusto per fare qualche esempio: “Gurdhait Nefertatt”, “Krishkalidortz”, “Khozmikh Kavhiledrios”). “Quetzalcoatl” è il secondo album dei Corima, dicevamo statunitensi, anche se di origini messicane. Origini ribadite dal concept alla base di questo lavoro dedicato alla divinità nota come “Serpente Piumato” e idolatrata dalle civiltà centroamericane. Si presentano in quintetto (Sergio Sanchez-Ravelo, Francisco Casanova, Andrea Itzpapalotl, Patrick Shiroishi, Ryan Kamiyamazaki), chitarra assente, ma ampio utilizzo di violino, tastiere, piano, sax e, ovviamente, sezione ritmica spesso protagonista assoluta. In circa settanta minuti di musica, questa formazione devota al verbo vanderiano regala meraviglie per amanti del genere: accelerazioni vertiginose, temi ossessivi e reiterati, canti altisonanti a più voci con un idioma molto simile al kobaiano, momenti di solismo strumentale infuocato, pause con atmosfere misteriose, citazioni e variazioni di temi “magmatici”… Nonostante qualche momento davvero furioso, con ritmi velocissimi e note che viaggiano a mille all’ora, i Corima riescono comunque ad evitare certi eccessi più tipici dei colleghi giapponesi Koenji Hyakkei e Ruins, ai quali possono essere facilmente paragonati per il tipo di proposta eseguita. Né mi sento di parlare di tentativo di clonazione dei Magma, sia per l’impossibilità di una simile cosa, sia perché l’uso del violino e del sax, le tastiere a tratti sporche e un certo orientamento meno “colto”, che non guarda troppo a Bartok e Stravinskij, quanto piuttosto l’avanguardia rock, sono caratteristiche che sembrano dare al gruppo una propria identità. Nelle quattro composizioni di “Quetzalcoatl” restano comunque evidentissime la maestosità, il fascino e il turbamento derivanti da opere che hanno fatto storia come “Mekanik destruktiw kommandoh”, “Kohntarkosz” e “Emehntehtt-Re”. D’altronde, alla fine dei credits presenti nel libretto che accompagna il cd, sono gli stessi Corima a rendere ancora più chiara la situazione, ringraziando esplicitamente i Magma: “per la loro influenza significativa e la meravigliosa ispirazione. La loro musica celestiale ci ha portato in posti indescrivibili e ha cambiato il corso della musica per sempre”.


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Peppe Di Spirito

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