Home
 
IL CERCHIO D'ORO Il fuoco sotto la cenere Black Widow Records 2017 ITA

Il Cerchio d’Oro è, come ormai sappiamo, un gruppo savonese originatosi nei tardi anni ’70 e scomparso senza quasi lasciare traccia di sé, all’epoca. Resuscitato il moniker sul finire degli anni ’90, ristampati un paio di album contenenti canzoni risalenti all’epoca e rimaste quasi tutte inedite, il gruppo si è poi riunito in formazione quasi originale ed ha continuato a pubblicare, a scadenza regolare, altri album contenenti nuova musica che, bisogna dire, sovrasta qualitativamente quella degli esordi. Molti hanno ancora presente forse l’album precedente a questo, l’ottimo “Dedalo e Icaro”, ed eccoci quindi qua con questo nuovo lavoro.
La formazione è ancora a grandi linee immutata, con Gino e Giuseppe Terribile alla sezione ritmica, Franco Piccolini alle tastiere e Piuccio Pradal alla chitarra acustica. A loro si uniscono per questo nuovo capitolo il chitarrista Massimo Spica e l’altro tastierista Simone Piccolini, figlio di Franco, nonché illustri ospiti quali Pino Ballarini, Giorgio Usai e Paolo Siani, presenti ognuno in una sola traccia. Immutato è ovviamente anche lo stile musicale che possiamo trovare in queste sette canzoni, ovvero Rock Progressivo Italiano puro e duro, senza concessioni ad altro che non sia rock sinfonico, magari con sonorità talvolta un po’ sostenute, ma comunque sempre alla ricerca incondizionata della melodia e di parti vocali evocative (non avendo tuttavia un cantante di ruolo e quindi suddivise tra i fratelli Terribile e Pradal… salvo l’ospitata di Ballarini).
I 9 minuti e rotti della title track iniziano le danze in modo positivo, con una lunga fase strumentale in apertura che riscalda l’atmosfera e una fase centrale (dopo che abbiamo registrato l’arrivo del cantato) in stile Uriah Heep. “Thomas”, anch’essa al di sopra dei 9 minuti, inizia con tastiere quasi new Prog per poi svilupparsi in un brano di vintage Prog britannico, delicatamente psichedelico a tratti, con belle parti strumentali e un continuo alternarsi di situazioni ed umori, quasi una sorta di mini-suite. “Per sempre qui”, con Ballarini alla voce, si situa ancora idealmente al di là della Manica, con una maggior enfasi posta sul cantato, ovviamente, ma comunque con un bel finale strumentale.
“I due poli” e “Il fuoco nel bicchiere” costituiscono delicati ed effimeri momenti di pausa, con melodie a tratti eteree, con armonie di piano e chitarra acustica, pur inframmezzate, specialmente nella prima, da accelerazioni ritmiche e bei crescendo strumentali. Torniamo a trottare e galoppare con la successiva “Il rock e l’inferno”, brano che registra la presenza di Usai all’organo e Siani alla batteria, ma francamente un po’ deludente e naïf, anche se con discrete parti strumentali.
Si chiude l’album con “Il fuoco sulla collina”, brano dalle caratteristiche leggermente più cantautoriali, in cui gli assoli finali di chitarra e tastiere ci fanno commiatare con questo gradevole album che, un po’ discontinuo com’è, forse si situa un gradino al di sotto della prova precedente ma che comunque mantiene il livello di questo gruppo su buoni standard.



Bookmark and Share

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

IL CERCHIO D'ORO Il cerchio d'oro 1999 
IL CERCHIO D'ORO La quadratura del cerchio 2005 
IL CERCHIO D'ORO Il viaggio di Colombo 2008 
IL CERCHIO D'ORO Dedalo e Icaro 2013 

Italian
English