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FRANCK CARDUCCI The answer Vocation Records 2019 FRA

Terzo album in studio per il polistrumentista francese Franck Carducci, e terza esplorazione nei sentieri progressivi abbondantemente calpestati da svariati artisti nel corso dei decenni. Non si può però negare che il nostro non cerchi di metterci del proprio, specialmente considerando che il "proprio" è costituito da una buona dose di rock puro e di sano divertimento. Il cd di "The answer" contiene settanta minuti di musica, comprese le versioni "radio-cut" poste in chiusura dei due brani iniziali, le quali evidentemente fungono da singoli e traino per il resto del disco. Di fatto, si tratta dei due brani più orecchiabili e trascinanti, specialmente a confronto con i tre che superano i dieci minuti e che in qualche modo costituiscono la spina dorsale di tutto il lavoro.
Andando per ordine, gli otto minuti della versione estesa di "(Love is) The answer" rappresentano, in apparenza, la traccia più sorprendente del disco, con l'incipit dall'atmosfera misteriosa in bilico tra suoni acustici, elettronici ed etnici, e il prosieguo che sintetizza progressive, rock e ricchi arrangiamenti vocali. Fa un certo effetto il passaggio tra le armonizzazioni delle voci sostenute dalla chitarra acustica e gli intermezzi in pieno stile Genesis, e trovo molto efficaci gli inserti hard apportati dalla chitarra elettrica. Il tutto dà vita ad un brano piacevole all'ascolto che mantiene una certa tensione liberata solamente (ma non troppo) nel ritornello. A confronto, la successiva "Slave to Rock 'n' Roll" è abbastanza banale, seppur divertente, essendo un brano di puro hard rock in stile Deep Purple-Whitesnake basato su riff ripetuti, tanto overdrive, Hammond, ritornello di facile presa e assoli alla Iron Maiden. Non mi stupisce che sia stato prodotto un ironico video (curiosamente basato sulla versione estesa, non sul radio-cut) che prende in giro i cliché del R'n'R in un susseguirsi di situazioni come feste in piscina, ragazze poco vestite che si strofinano sui musicisti, lap dance, alcol, strisce di misteriosa sostanza bianca e l'ormai immortale scena della ragazza per bene in disappunto durante la festa che si lascia andare dopo aver tolto gli occhiali da segretaria.
I dodici minuti e mezzo di "Superstar" hanno certamente una struttura più complessa ma sin dal primo ascolto non fanno niente per nascondere le influenze dei Genesis, con profusione di arpeggi acustici, linee melodiche alla Tony Banks e parti più hard rock. Più malinconica e cupa "The after effect", che mantiene queste atmosfere per tutti i dieci minuti di durata, mentre "Asylum" (con ospite Derek Sherinian) ritrova maggiore varietà, tra potenti riff hard, momenti più vintage e altri delicati e riflessivi, vari campi di tempo e un crescendo con assoli vari che ci portano alla chiusura a undici minuti. Ci sono altri brani meno strabordanti, come la ballad "The game of life" suonata quasi completamente da Carducci, la breve registrazione live di "On the road to nowhere", nella quale i musicisti sfogano la propria bravura nelle armonie vocali su un tappeto di chitarra acustica, e la conclusiva "The beautiful night", dalle atmosfere intimiste e delicate, un bel ritornello melodico e una coda strumentale basata sui sintetizzatori a chiudere il disco.
"The answer" è indubbiamente un buon disco, prodotto e suonato da ottimi musicisti e certamente orientato ad essere proposto dal vivo negli show che sono il punto di forza della band guidata da Carducci. Nella musica non ci sono guizzi particolari e l'originalità non è certo un punto forte. "The answer" è concepito quindi per essere accessibile, per rimanere in testa facilmente e per riportare alla mente e celebrare suoni ben conosciuti dagli amanti del progressive classico. Se ci si approccia ad esso con questi presupposti, l'ascolto sarà senza dubbio piacevole.



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Nicola Sulas

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