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LA COMPAGNIA DIGITALE La Compagnia Digitale Mellow Records 1992 (2021 Mellow Records) ITA

Come indicato anche nelle note interne del disco, questo lavoro segna la fine del percorso artistico che negli anni ’70 ha spinto Ciro Perrino verso le affascinanti avventure di Sistema, Celeste, St. Tropez e, appunto, La Compagnia Digitale. Terminata l’esperienza con i St. Tropez, Perrino aveva già pronte idee per un nuovo progetto e, dopo il reclutamento dei musicisti che lo avrebbero aiutato in questo nuovo gruppo, sviluppò ulteriormente una serie di nuove composizioni. Il suo armamentario prevedeva una serie di tastiere e sintetizzatori al passo coi tempi. Ma proprio quei tempi non erano esattamente felici per chi aveva ancora voglia di suonare musica in qualche modo legata al progressive rock. Nonostante la voglia di proporre un repertorio ampio creato in breve tempo, La Compagnia Digitale non ebbe modo di registrarlo e solo nel 1992 fu realizzato un cd contenente la loro unica esibizione dal vivo, avvenuta nel mese di agosto del 1979. Dopo tanti anni fuori catalogo, l’album è stato finalmente ristampato dalla stessa Mellow Records che ne aveva curato la prima pubblicazione. Chi si era perso questo gioiellino, può ora rimediare ed ascoltare come Perrino era ancora in una fase di pienissima ispirazione.
Il concerto, non privo di difficoltà (vi rimandiamo ancora alle note del booklet per approfondimenti), si apriva con il brano intitolato proprio “La Compagnia Digitale”, che si spinge in territori space-rock molto cari ai Gong, con le tastiere di Perrino a creare scenari particolarmente intriganti. A seguire, “La fonte del ritmo” è un curioso pezzo caratterizzato da chitarra e ritmi reggae, sui quali sono ancora le tastiere a volare in piena libertà, alternando spunti sinfonici e cosmici. In conclusione c’è una lunghissima composizione di oltre ventuno minuti, “La penetrazione della forza”. E qui La Compagnia Digitale dà il meglio. Si mantiene l’orientamento space-rock, con nuovi rimandi ai Gong, ma anche con qualche strizzatina d’occhio ai Pink Floyd. Si avverte comunque una forte personalità che trasuda una grande carica emotiva, in questo indirizzo prog-psichedelico, nel quale possiamo intravedere anche certe scelte non dissimili da quelle che avrebbero sfruttato gli Ozric Tentacles qualche anno dopo, partendo dalle stesse fonti di ispirazione. Le tastiere sono sempre in primo piano, con evoluzioni che mettono in mostra l’abilità e la creatività del leader. Eppure la chitarra si riesce a creare spazi interessanti, con energia e ottimi interscambi con la strumentazione di Perrino. Peccato la registrazione tutt’altro che limpida; un suono più pulito avrebbe donato ulteriore fascino ad un’esibizione di alto livello e ad una proposta assolutamente meritevole. È stato sicuramente un bene recuperare questo live, vista la qualità musicale ed è stata importante questa ristampa, anche se in edizione limitata, che ha permesso di recuperare questa gemma a chi se l’era persa trent’anni fa.



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Peppe Di Spirito

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