Home
 
CYE The strange animal from the north Moon Records 2022 SVI

Era il 1990 quando il nostro Arlecchino Emiliano Di Stasio, apprestandosi a concludere la recensione di “The Final Touch”, album di esordio dei Cye (preceduto da un mini CD intitolato “Tales”), si dichiarava fiducioso di poter ascoltare presto un nuovo lavoro di questo gruppo svizzero. La storia insegna che non bisogna mai perdere le speranze ed è così che dopo tanto tempo i Cye si ripresentano per la stessa etichetta discografica di allora con un disco nuovo di zecca.
Il gruppo ha una carriera di lunghissimo corso che ci porta addirittura al 1978, anno in cui iniziò la propria attività musicale col moniker “Ritual”. Il nucleo portante del progetto è il medesimo che sopravvive ai nostri giorni, lasciandosi alle spalle anche un periodo di scioglimento dal 1994 al 2010, ed è costituito dal tastierista René Tecklenburg e dal chitarrista Marko Heinemann, ai quali si aggiunge un nuovo batterista, Billy Oden, con la collaborazione di Hans Neber come ospite al basso. Entrambi i nuovi membri non sono affatto dei ragazzini ma hanno un’età anagrafica in armonia con quella dei leader e mi pare giusto sottolinearlo per richiamare un substrato comune che può in effetti favorire uno stile unitario.
Lo strano animale venuto dal nord del titolo proviene da una novella fantascientifica dello scrittore svedese Lars Gustafsson ed è la base per una lunga suite divisa in 4 movimenti che non corrispondono però perfettamente alle 4 tracce dell’album perché manca di fatto un terzo movimento, cosicché la terza traccia del disco corrisponde al quarto movimento e così via.
Già formalmente l’opera rivendica una chiara ispirazione sinfonica. Non c’è cantato e spetta agli strumenti, tastiere in primis, tenere il filo narrativo. Già dalle prime note sono stata lì alcuni minuti a chiedermi se si trattasse di qualcosa ripescato dal passato: i registri tastieristici ed i suoni polverosi e poco levigati, il lavoro di produzione un po’ rustico ci portano indietro a quelli che furono agli anni della giovinezza della band. Confesso che le primissime impressioni non sono state per me molto incoraggianti, soprattutto per l’impatto delle mie orecchie contro un sound decisamente datato e poi per lo sfoggio di certi cliché tipicamente New Prog con tastiere sgargianti che si presentano in modo trionfale, i semplici arpeggi della chitarra su uno sfondo povero di suoni, il tempo regolare e schematico della batteria... In realtà, prendendosi il giusto tempo di acclimatarsi, scopriamo via via che quest’opera non è affatto da disprezzare. Si nota infatti una certa crescita con lo scorrere dei minuti che ci porta a soluzioni più elaborate, mantenendo comunque i medesimi timbri sonori polverosi e molto tarati sugli anni Ottanta.
Nonostante l’esiguo parco strumentale le composizioni appaiono piuttosto ricche, con un grande lavoro sia delle tastiere, che sfoggiano un’ampia varietà di registri, comprensivi di organo e Mellotron, che delle chitarre, prodighe di assoli e generose negli abbellimenti. Possiamo trovare riferimenti, talvolta molto espliciti, ai grandi del passato come Genesis, Yes, soprattutto nella terza traccia, ed EL&P nella seconda, con tanto di momenti barocchi e registri di clavicembalo. In altre fasi affiora più nettamente il loro spirito New Prog che non è assolutamente assopito, ma che viene comunque inserito in un contesto piuttosto variegato.
Se i Cye sono tornati non lo hanno fatto per sconvolgere la nostra concezione di Progressive Rock ma credo si tratti di una questione di autentica passione. Hanno rispolverato l’armamentario di un passato che gli appartiene di fatto e lo hanno rimesso in movimento sfruttando le loro indubbie capacità di musicisti. Il risultato è un tuffo piacevole nel passato, verso soluzioni stilistiche che non sono le mie preferite ma che giudico apprezzabili e piacevoli nella loro genuina imperfezione. Per questo non li disdegnerei. E adesso che facciamo? Attendiamo con speranza la pubblicazione almeno del terzo movimento mancante?



Bookmark and Share

 

Jessica Attene

Collegamenti ad altre recensioni

CYE The final touch 1990 
CYE Tales 1994 

Italian
English