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DONO CELESTE So linger Mellow 1999 ITA

Atmosfere sognanti, suoni dolci e pacati, frequenti effetti di vento, brani lenti che esitano e poi entrano in loop infiniti fatti di liquidità sonora. C'è psichedelia, musica cosmica che risente della scuola tedesca, new-age (in buona quantità quest'ultima, soprattutto nei pezzi cantati) e molta immobilità in questo disco, che, pur essendo valido a livello di composizione e di ispirazione (nonché di produzione), ci lascia aspettare un tempo dispari per tutta la durata del disco senza però farcelo trovare. Il batterista in alcune lunghe tranches può andare a farsi addirittura un cappuccino al bar.... mentre nei brevi tratti di musica in cui è presente potrebbe farsi sostituire da una drum machine (visto che non si esce dal 4/4 di base). La voce, lontana e sovrastata dalla sua stessa eco, mi ricorda Enya anche se è maschile e non domina sugli altri strumenti: si crea spesso un impasto sonoro che però rimane chiuso su se stesso, cioè non esplode mai in un liberatorio urlo musicale. Col brano "L.August" si arriva (inaspettatamente) a toccare la ballata acustica tanto cara ai Nostalgia di "Welcome to Edo's Land" mentre la suite finale "Tripping man" è un lungo assolo di chitarra elettrica con rumorismo nella parte centrale e finale un po' scontato.... Come dicevo all'inizio non è affatto un cattivo lavoro ma, sarà per l'atmosfera cupa e decadente, mi ha messo una gran tristezza addosso.

 

Marco Lastri

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