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DEEP THOUGHT Somewhere in the dark Galileo 2002 SVI

Seconda prova in studio, dedicata all'autore di fantascienza comico-surreale Douglas Adams, e questo vi dovrebbe già far dubitare dell'ordinarietà di questo gruppo di Basilea. Lungi dall'essere i nuovi Henry Cow, i Deep Thought strutturano i loro deliri a tinte darkeggianti ma dandogli la forma di canzoni tutto sommato new prog. Il drumming leggero e nervoso costituisce assieme al basso l'intelaiatura dei pezzi che rappresenta l'elemento maggiormente in evidenza in un sound scarno e privo di eccessivi slanci emozionali; il cantato monotono ed ipnotico è fatto da tonnellate di parole che si trascinano in modo annoiato. Non mancano accostamenti nonsense che sfociano a volte nel buffonesco, cambi di tempo inaspettati, al di fuori di ogni logica, ripetizioni del medesimo tema musicale fino all'ossessione estrema. Poco corposo il suono della chitarra che si fa apprezzare attraverso la ripetizione di riff dalla timbrica asciutta. Non invadenti le tastiere, le quali rivestono un ruolo di sfondo. Un album non certo manieristico e abbastanza ricco di idee, che lascia intravedere tanti buoni propositi e molti margini di sviluppo.

 

Jessica Attene

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