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DESEQUILIBRIOS |
Desequilibrios |
PRW |
1993 |
BRA |
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Fra le molte uscite della prolifica Progressive Rock Worldwide è da annoverare anche quella del quintetto brasiliano dei Desequilibrios. Rispetto alla qualità media a cui la PRW ci aveva finora abituati (Terreno Baldio, Tisaris, Blezqi Zatsaz…), devo dire che i Desequilibrios si collocano un po' al di sotto di essa. Questo non tanto per le capacità esecutive dei membri della band (la sola presenza di Fabio Ribeiro, già tastierista dei Blezqi e dei III Milenio, dovrebbe essere sinonimo di qualità) bensì per una carenza a livello compositivo, avendo elaborato un prog che talvolta risulta un po' troppo difficile da assimilare per orecchie come le mie, amanti del prog più melodico. Ma qui siamo nel campo del "mi piace o non mi piace" che in una recensione non dovrebbe trovare spazio. Riconosco infatti la validità del disco ma ritengo che si tratti forse di un lavoro ancora un po' acerbo che avrebbe richiesto qualche affinamento. Per dare qualche indicazione di massima, potrei usare come metro di paragone i III Milenio che, forse anche per la presenza di Ribeiro, sono quelli che stilisticamente si avvicinano di più.
Il lavoro oscilla infatti tra alti e bassi (un po' come i III Milenio appunto): molto bello è il secondo brano "Como se eu fosse o maximo", il più lungo del CD (10'18"), dove secondo me si possono notare quelle notevoli doti strumentali proprie di un po' tutti i membri della band e, nonostante la scarsa adattabilità del portoghese al prog, penso che il cantante Paulo Preto ci fornisca una delle migliori prestazioni di cantato brasiliano. Belloccio anche il successivo "Onde o ceu era cinza", dove vengono valorizzate le doti del solito Ribeiro e di Zé Renato alle chitarre, degno allievo di Mozart Mello dei Terreno Baldio. Più brutto è invece il quarto brano "Imagens no vale do tempo", risollevato magari dalle sporadiche apparizioni di Renato, così come la penultima traccia "Baile de mascaras". Da notare il discreto sesto brano composto proprio da Mozart Mello, che conferma la politica dello scambio incrociato operata da vari gruppi brasiliani.
A parte la copertina, un po' di cattivo gusto, il lavoro è nel complesso valido e maggiormente recepibile a chi già apprezza il prog-sound brasileiro...
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Giovanni Baldi
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