|
DOL AMMAD |
Ocean dynamics |
Electronic Art Metal Records |
2006 |
GRE |
|
Un tastierista.
Un chitarrista.
Un bassista.
Un batterista ex Rhapsody.
Un coro di 14 persone.
Uno special guest come DC Cooper ex membro del gruppo danese Royal Hunt.
Serviva tutta questa gente per fare un disco così?
Basta miscelare cori alla Therion ad atmosfere power metal (molti pezzi richiamano ai Rhapsody), aggiungerci un pizzico (nemmeno poco a dirla tutta) di Jarre e Vangelis, per far un lavoro originale?
I Dol Ammad vengono dalla Grecia e risultano essere, in concreto, un progetto solista del tastierista Thanasis Lightbridge e questo di cui parliamo è il loro secondo lavoro.
Il disco parte con una suite, Thalassa Dominion, divisa in quattro momenti che, a parte qualche atmosfera carina, ci regala poco. Solo cambi di tempo e ambientazione a volte molto noiosi. Viene quasi da sorridere nella terza parte dove troviamo momenti alla Aenigma, il gruppo famoso negli anni 90 per aver unito alla musica da discoteca i canti gregoriani. Nell’ultima si arriva quasi a ritmiche grindcore supportate dal coro che più va avanti e più diventa pesante.
Nei brani "Solarwind", "Lava" e "Liquid Desert" il gruppo greco non fa niente per nascondere l’amore per i Therion, unendo al tutto qualche atmosfera elettronica, proprio per non rischiare cause di denuncia per plagio. Con "Descent" arriviamo quasi al trip hop, e in certi momenti sembra proprio di aver messo nel lettore Vogue di Madonna!
L’unico pezzo degno di nota (che, in ogni modo, denota una forte somiglianza con i Rhapsody) è "Aquatic Majesty", un bel brano power metal dove, anche grazie all’apporto vocale di DC Cooper, non si fatica ad arrivare a fine traccia.
Chiude il tutto "Heart of the Sea", un brano simil new age che non risulta alla fine malvagio.
Un'ora di musica a mio parere molto pesante. Il coro, che dovrebbe essere il punto di forza di questo lavoro, usato in questa maniera diventa in certi momenti troppo ingombrante. La scelta di non affidarsi più spesso ad una voce solista si è dimostrata sbagliata.Aggiungiamo al tutto la scarsa vena creativa che, per creare risultati originali, sfocia nel pacchiano e la frittata è fatta.
Sciacquare i panni nel fiume del sano e vecchio rock’n roll da cui è partito tutto, ogni tanto non farebbe male a certe formazioni.
Essere semplici a volte è la scelta migliore.
|
Antonio Piacentini
Collegamenti
ad altre recensioni |
|