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DIFFERENT LIGHT Il suono della luce autoprod. 2011 MAL/CZE

Il terzo album di piena durata dei Different Light, dall’insolito titolo italiano, è in realtà una compilation che pur contenendo brani registrati in un arco temporale di quasi 15 anni dimostra quanto la visione musicale del tastierista e vocalist maltese Trevor Tabone sia rimasta conforme e ben delineata nel tempo.
I Different Light nascono a Malta a metà degli anni ’90 come band vera e propria dall’intensa attività live, adottando ben presto la direzione del progressive rock melodico di scuola inglese influenzato dalla seconda ondata di band (Pendragon e Castanarc su tutti), ossia quello che all’epoca fu battezzato “new-prog”, etichetta poi sostituita nel gergo della stampa musicale dalla controversa dicitura “neo-prog”. Potendo contare sulle ottime capacità compositive di Trevor e sull’ispirata chitarra di Mark Agius Cesareo (coautore di alcuni brani), nonché sulla competente sezione ritmica formata da Richie Rizzo e Trevor Catania, i nostri giunsero all’esordio discografico nel 1996 con “All About Yourself”, album apprezzato per l’ispirazione fresca e sincera ancorché non innovativo. Sopravvissuta alla defezione del chitarrista originale, sostituito con Jeremy DeMaria, la band spese la seconda metà degli anni ’90 grazie a prestigiosi spot di supporto (aprendo anche concerti di Fish) e alla registrazione di un EP (“A kind of consolation”), per poi scomparire dai radar per un decennio.
La band che ricomparve nel 2009 sotto la medesima sigla fu in effetti un nuovo progetto di Trevor Tabone, nel frattempo trasferitosi a Praga, che contornatosi di valenti musicisti cechi riprese il discorso interrotto dieci anni prima riallacciandosi con nonchalance alla stessa proposta squisitamente melodica e tipicamente inglese con l’album “Icons that weep”.
La raccolta in questione copre tutti e tre i periodi menzionati e solo le note di copertina tradiscono l’eterogeneità temporale e di line-up che il semplice ascolto non farebbe sospettare, tanta è la coerenza stilistica evidenziata da queste dodici tracce, la cui complessità non supera mai quella di un prog melodico condito da occasionali elementi pop-rock/mainstream.
Abbiamo così nella prima parte del CD (Inception, 1992-1996) quattro brani solari sorprendentemente affini ai Pendragon di “The Masquerade Overture” ma ad esso contemporanei (anche un distratto ascolto della mini-suite “Burning memories” è eloquente in tal senso) o ai primi Galahad, con la voce di Trevor forse non memorabile ma perfetta in tale contesto; i tempi sono mediamente rilassati, gli spazi solistici salomonicamente divisi tra tastiere e chitarra elettrica con rare accelerazioni a tenere alta l’attenzione (“In the grey”). Tutto ciò avrebbe un forte sapore di “già sentito” se solo il songwriting non fosse a livelli di piena sufficienza ed i suoni azzeccati sia pur nell’ambito di arrangiamenti che sprizzano “anni ’90” da tutti i pori. Come si diceva nell’introduzione, la parte centrale della compilation abbraccia gli anni a cavallo del… millennio (Transition, 1997-2002) con la chitarra imbracciata stavolta da David Cassar Torreggiani, musicista dall’approccio appena più virtuosistico come si deduce da “The eyelid movie show”, ed un brano acustico (“Takeshi’s castle”) nato da una collaborazione con il chitarrista ceco Petr Lux che in seguito entrerà in pianta stabile nella nuova formazione “praghese” della band.
La terza fase (Conciliation, 2003-2009) vede le fila del gruppo, oramai di stanza a Praga, completamente rivoluzionate, stavolta con due chitarre (Lux e Hynek Kocourek) a dar corpo alle composizioni di Trevor, tra cui spicca “Angel incarnate”, in cui è possibile riscontrare qualche influenza dei Porcupine Tree più melodici e dei Blackfield (gli arpeggi, le armonie vocali) e il brano in più sezioni “A creature of habit” in cui si sfruttano nuove possibilità strumentali grazie agli intrecci delle due chitarre soliste ed il cantato spesso a più voci.
Il disco finisce qui, ma la band subisce un nuovo rimpasto nell’estate del 2010 per permettere a Trevor di portare sui palchi di club e festival nella Repubblica Ceca le sue nuove composizioni, ora affiancato da Bill Etheridge e Ricardo Simoes (chitarre), Jirka Matousek (basso), Brian Reagan (batteria). Il disco è completamente autoprodotto e distribuito, per cui chi fosse interessato all’acquisto o al preventivo ascolto di alcune tracce, può visitare la pagina MySpace della band.


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Mauro Ranchicchio

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