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DISCORDIA Season changes 3rd Atelier 2014 FIN

Storia complessa e frammentata, quella dei finlandesi Discordia. Più o meno come la loro musica! Fondata nel 2001, la band di Helsinki ha esordito con l’EP “On a thin rope” (2005) e poi, dopo due anni, ha pubblicato il full length “Utopia perfection”, invero ben accolto dalla critica, nonostante la forte eterogeneità dei contenuti. Già da allora, però, i cambiamenti di line-up erano stati tanti e significativi. Ad oggi, rimangono solo Anti Tolkki (chitarra) e Petri Sallinen (basso). Nel 2010 un altro mini album, “The moment of pledge”, e nel 2015 esce finalmente questo secondo long playing. Il gruppo, nella sua ecletticità, sembra aver trovato una sua dimensione coerente, in cui poter connotare il proprio stile. Il sestetto prevede sempre le doppie voci della cantante Riika Hänninen e del cantante/tastierista Tero Väänänen; mai stucchevole la prima (come invece capita a buona parte delle odierne formazioni con vocalist femminile) e dotato di una rassicurante profondità il secondo, su andamenti che poi prevedono quasi sempre cori e “orecchiabili dissonanze”. Permangono alcuni riferimenti ai Pure Reason Revolution, anche se non vi è quel latente “caos teatrale”che magari fa anche un po’ kitsch, continuando a ricordare in più frangenti i ben più famosi e fondamentali Gentle Giant con le loro intrecciate armonie vocali. Non è un caso che la band definisca il proprio stile come “polyrock”, facendo riferimento proprio alle sfruttate soluzioni polifoniche. Sui dodici minuti di “Grip!” ci si può fare una valida idea del concetto sopra espresso, anche se poi l’intermezzo vocale viene tirato troppo per le lunghe.
La produzione è molto buona, ben curata, con un suono elegante ma allo stesso momento sempre vivace. Probabilmente “Taken” è il pezzo che meglio racchiude le caratteristiche del gruppo senza però strafare. Anche se “Ideology” mette ben in mostra le capacità strumentali dei nostri. Da far presente un uso dei cori che a lunghi tratti ricorda una sorta di canti gregoriani riadattati su delle linee musicali, in questo caso a noi contemporanee. Occorre segnalare anche la conclusiva “Random Hearts”, più lineare e convenzionale, da inquadrare nel concetto classico di “canzone”, che mette in risalto le belle voci dei due cantanti.
Non male questo ritorno dei Discordia, soprattutto se ben assimilato e non valutato con troppa fretta, in cui ci di potrebbero scorgere anche riferimenti al new prog. Certo, alla lunga può far calare la concentrazione e quindi si potrebbe non ascoltarlo con la necessaria attenzione. Questo, in effetti, potrebbe risultare un problema di non poco conto.
Una curiosità: quest'album è stato pubblicato il 31 dicembre 2014!


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Michele Merenda

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