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DAGMÄHR As far as we get Ipso Facto 2001 CAN

Il secondo disco dei Dagmähr, uno dei tanti gruppi del Québec, autentica fucina progressiva del Canada, presenta le stesse caratteristiche del precedente, ma il risultato finale pare essere molto più efficace stavolta, dando in pasto al pubblico Prog un gran bell'album. Le caratteristiche di cui sopra parlano di un Prog melodico sinfonico con tratti spigolosi e lisergici, affiancati da un cantato che non può non portare subito alla mente Peter Hammill, e anche la musica non si esime da accostamenti vandergraffiani. A dire il vero un commento della band, riportato all'interno dello scarno booklet, parla della necessità di andare oltre ai soliti schemi progressivi di Yes e Genesis come unica speranza per i gruppi Prog, cercando di dimenticare il passato; ma, dico io, non si può predicare bene e razzolare male...! Ascoltate questo CD e ditemi se il gruppo segue esso stesso il proprio suggerimento! Certo non siamo di fronte ad una scopiazzatura pedissequa, ma, come detto, i VDGG sono una presenza che aleggia incessantemente per tutta la durata di queste 7 canzoni, non tralasciando echi crimsoniani e genesisiani. Il risultato è positivo, lo ripeto: riusciamo veramente a goderci quest'album dal primo all'ultimo minuto grazie al sapiente equilibrio tra ritmiche e tematiche complesse con un senso della melodia ben impostato e ben incanalato, il tutto condito da sonorità sinfoniche accattivanti per ogni orecchio ad esse bramoso. Solo qualche slegatura qua e là tra le varie tematiche in cui si snodano le composizioni ci ricordano di non trovarci di fronte a un album perfetto. Di certo molta strada è stata fatta dal mediocre primo album, e questo "As far as we get" ve lo posso consigliare senza indugio né remora.

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

DAGMÄHR My magnificient instability 1998 

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