Questo CD avremmo potuto benissimo aggiungerlo al novero dei lavori di prog-metal. Nel caso dei veneti EPICA mi tocca constatare che nonostante una buona base strumentale vi sia un vocalist, la cui tecnica esecutiva risulta essere impostata su di uno stile puramente metal, che non riesco a sopportare per più di 10 minuti. Per farvi un esempio potrei descrivervi il cantante Alessandro "Mek" Secchi come una sorta di ibrido fra Bruce Dickinson degli IRON MAIDEN e Massimo Berruti dei CALLIOPE. Forse sarà perché non sono abituato a sentire cantare alla Bruce Dickinson ma proprio non riesco a digerire gli ululati metal. Peccato. Le musiche sono infatti ottime e anche l'aspetto esecutivo è molto curato. Non posso infatti definire gli EPICA come l'ennesimo clone dei DREAM THEATER a cui molte band sembrano ispirarsi per raccogliere qualche briciola di successo. Le melodie sono sempre molto personali, con una forte dose di emotiva teatralità, dotata di riff aggressivi. Certo è che l'origine meta] si fa sentire, specie nell'esecuzione di Alessandro Crovato alle chitarre, anche se l'inserimento di ottimi brani di tastiere (Alessandro "Mike" Mantelli) addolcisce e rende più epica la melodia. Completano la formazione Flavio Miotto al basso e Gianni Ghezzo alla batteria. Degna di particolare nota è l'esecuzione della cover "Impressioni di settembre" dove (finalmente!) Secchi assume uno stile più morbido e sicuramente più coinvolgente di quello adottato nei primi sei brani. Molto gradevoli anche i tre pezzi finali: lo strumentale "Arabian Night", "Senza via" e il delicato "Anime di vetro". Il giudizio finale è sicuramente positivo anche perché bisogna considerare che "tecnicamente" l'esecuzione vocale di Secchi, l'unico grosso neo del lavoro, non si può definire errata. Dato che ciascuno può liberamente decidere sul come esprimersi, mi pare giusto che la repulsione personale che ho per lo stile metal non debba inficiare la critica di un'opera musicale gradevole.