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EPIDAURUS |
Earthly paradise |
autoprod. |
1977 (1992) |
GER |
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E' palese come in questi ultimi tempi il Mellotron stia vivendo una vera e propria seconda giovinezza. Già fiore all'occhiello di numerose formazioni progressive della prima ora, questo particolare strumento dalla timbrica così originale è stato riesumato dalle nuove leve allo scopo di conferire una patina di arcaicità alle loro recenti realizzazioni discografiche (si veda a tale proposito la triade scandinava composta da ANEKDOTEN, ANGLAGARD e LANDBERK). Ideale anello di congiunzione tra maestri ed allievi si possono considerare quelle rarissime formazioni che nella seconda metà degli anni 70, incuranti delle mode e degli strali della critica, osavano proporre agli aficionados ipersofisticate melodie dove il Mellotron si ergeva addirittura al ruolo di autentico protagonista. Fra questi troviamo i tedeschi EPIDAURUS, un sestetto di Bochum dal nome classicheggiante che del doppio Mellotron fece un po' il suo marchio di fabbrica, così come testimoniato dall'album "Earthly Paradise", un classico riconosciuto del progressive teutonico ed europeo. Oltre ad essere... vivamente raccomandato a tutti i cultori dell'art rock di marcata impronta tastieristica questo ottimo Lp va segnalato anche per la presenza - limitatamente ai due brani che compongono il lato A - del soprano Christiane Wand, il cui splendido canto è in grado di ammaliare anche chi come il sottoscritto non è mai stato un grande estimatore di voci femminili. Il massiccio spiegamento di tastiere attuato dai due membri fondatori Gerd Linke e Günther Henne rende parimenti efficaci tutti e cinque i brani contenuti all'interno dell'album, il cui unico neo è costituito purtroppo dalla sua scarsa durata complessiva (32 minuti circa); una menzione prioritaria meritano comunque il possente opener "Actions and reactions", la dinamica "Wings of dove" e le sue esaltanti schermaglie organistiche in puro stile Emerson, nonché la conclusiva "Mittemachtstraum", dove su di un substrato schiettamente progressivo vanno ad innestarsi influenze elettroniche di sicura provenienza KRAFTWERK (periodo "Autobahn", un loro classico datato 1975). Originali anche le costruzioni dei due restanti brani, vale a dire "Silas marner" - superba la sua intro acustica a base di flauto e chitarra dodici corde - e "Andas", un rocciosissimo strumentale composto per l'occasione dal bassista Heinz Kunert con la collaborazione di Linke, Henne e del potente batterista Manfred Struck. Per i fans del Mellotron e, più in generale, della buona musica progressiva.
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Massimo Costa
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