Ristampa da non perdere per gli appassionati del celebre movimento del Rock In Opposition. L'album in questione, stampato originariamente nel 1984, è per la precisione il quinto nella discografia della band nonché il successore del celebre "Les Poumons Gonflés" (capolavoro al quale aveva collaborato l'amico Fred Frith) e vede l'abile fiatista jazz Bruno Meillier subentrare a Bernard Mathieu al sax. A completare l'organico ecco il trio di base, costituito da Ferdinand Richard al basso e alla voce, Jo Thirion alle tastiere e alla voce e Guigou Chenevier al sax tenore, alla batteria e alla voce. Non rimane che scappare o impazzire: la musica del folle escremento non lascia compromessi! L'atteggiamento della band, di completa rottura con gli stereotipi musicali dell'epoca, è di provocazione e di sfida. Abbiamo quindi delle progressioni di note dominate da spinte contrastanti, fraseggi disarticolati, cambi improvvisi di direzione che sfidano la capacità di ascolto ed i nervi dell'uditore. Il tutto porta ad un risultato complessivo che paradossalmente trova un suo inquietante equilibrio. Il sound di questo album, in particolare, appare molto essenziale e piuttosto scarno. Sono soprattutto i passaggi interpretati dai fiati che indicano una qualche parentela o affinità col jazz e rappresentano senza dubbio l'elemento più pregevole dell'album. Le parti di vocali sono declamate, urlate e recitate e costituiscono spesso un elemento di attrito sovrapposto all'impulsività della musica. L'approccio è sicuramente più raffinato e cerebrale rispetto all'irruenza dei lavori d'esordio ed in un certo senso viene raccolta l'esperienza delle folli esibizioni live e del comunque più colto "Les Poumons Gonflés". Insomma, senza mezzi termini, si tratta di amore o odio e vi assicuro che, se siete amanti di un certo tipo di musica non convenzionale, l'attrazione sarà sicuramente fatale.