|
EXODE |
D'ici et d'ailleurs |
Musea |
2005 |
FRA |
|
Questo è un disco per i fanatici degli Ange. Gli Exode, guidati dal carismatico vocalist Roland Lelong, chiaramente ispirato, come stile ed approccio, dal mitico Christian Décamps, fin dalle prime battute ci fanno intendere come gli Ange non siano semplicemente un gruppo di ispirazione, bensì un vero e proprio modello cui ispirarsi e, in qualche modo, fare il verso. Lo stile del gruppo è decisamente teatrale, istrionico e enfatico, sia per ciò che riguarda il cantato che la musica. Purtroppo tra i maestri e gli allievi (anche se Roland non è certo di primo pelo, giova ricordare) spesso c'è un abisso, e questo è uno di quei casi; gli Exode pagano tuttavia dazio anche nei confronti di altri gruppi emuli degli storici maestri, a partire dai Mona Lisa, ma anche Sens, Versailles o Galaad. Senza dubbio apprezzabile il cantato energico di Lelong (spesso affiancato da Angélique Raoux, la quale in un paio di brani svolge il ruolo di lead vocalist), ma la musica in più di un'occasione lascia a desiderare. Si tratta di Prog sinfonico tipicamente alla francese, come detto, ma dai connotati e dalle sonorità new Prog, sovente quasi una parodia della musica degli Ange, a tratti gradevole... no, anzi… in fondo si fa ascoltare volentieri per lunghi tratti… ma quello che rimane è il nulla e di certo infastidiscono alcune sonorità, forse un po' pacchiane e prive di spessore, e alcune soluzioni musicali poco convincenti ed ispirate. Di certo apprezzabili le chitarre di Thierry Roseren e Jérôme Brigaud, protagoniste dei migliori momenti dell'album, molto meno invece lo sono le tastiere di Laurent Raoux… addirittura imbarazzanti certi cantati della già citata Angélique. In sostanza "D'ici et d'ailleurs" è un album altalenante in cui i picchi più alti, pur non essendo di certo elevati, riescono a farsi apprezzare da parte di un ascoltatore predisposto al tipico approccio transalpino, carico e talvolta esageratamente melodrammatico. Quando il livello cala tuttavia, un senso di fastidio ci invade inesorabilmente... e non c'è passione per gli Ange che tenga e che ci convinca a mantenere il disco nel lettore (ascoltate "Voleurs d'âmes" e poi sappiatemi dire…).
|
Alberto Nucci
|