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L'ENGOULEVENT L'île où vivent les loups La Tamanoir 1977 (ProgQuebec 2005) CAN

La scena progressive canadese francofona è, tra quelle considerate minori, una delle più ricche di gruppi e dischi da scoprire.
Oltre i nomi più noti della scena quali Harmonium, Code Morse, Maneige etc etc, ci sono stati (e ci sono ancora) molti gruppi che seppur agendo nel sottobosco dell’ambiente progressive hanno proposto lavori molto validi.
E’ il caso di questi L’Engoulevent, ensemble musicale fondato nel 1976 da Michel Mc Lean, chitarrista e compositore, già noto nel suo paese per aver avuto qualche successo commerciale con il duo folk “Le Karrik” e per avere collaborato con alcuni membri dei Conventum.
Questo disco uscito nel 1977 vede oltre la presenza di Michel McLean alla chitarra e alla voce, Pierre Mureau al pianoforte, Russel Gagnon al violoncello e Françoise Turcotte al violino.
Quello che colpisce subito di questo “L’île ou vivent les loups” è la complessita della trama sonora inserita su composizioni prevalentemente folk, grazie anche al lavoro in fase di e composizione di Pierre Moreau che trasforma radicalmente un idea musicale di base semplice con armonizzazioni melodiche veramente interessanti.
Non ci troviamo al classico gruppo che oggi chiameremmo chamber rock ma nemmeno di fronte alla solita band che ripropone ballate locali in chiave folk.
Per fare un esempio calzante, potremmo paragonarli ad una Penguin Cafè Orchestra (con meno ricerca sonora) che ha fatto uno scontro frontale con i Malicorne o per andare ai giorni nostri ai troppo sottovalutati Aranis per non scomodare sempre i maestri After Crying (anche perché gli ungheresi son molto più sinfonici e diciamolo più bravi). Folk prog ad alto tasso sinfonico potrebbe essere la definizione giusta se proprio abbiamo bisogno di una definizione.
La bellissima voce di Mc Lean coadiuvata da un coro di altre dieci persone rende poi il tutto quasi magico. Il lavoro in fase di arrangiamento è ad altissimo livello: brani che sembrano semplici e orecchiabili (e lo sono realmente e non deve essere visto come un difetto) in realtà mostrano tappeti sonori intricati e per nulla scontati.
Difficile non restate piacevolmente sorpresi da un brano come “La nouvelle” che se fosse stata scritta da autori più famosi avrebbe vinto premi su premi come colonna sonora di qualche film.
Difficile non ritrovare somiglianze con gruppo più blasonati (e nati più tardi) quando si ascoltano i fraseggi tra piano e violino di “Les vieux trains”. E ad ogni ascolto che passa ci si chiede che cosa sarebbe potuto diventare questo gruppo se avesse inciso per una etichetta più grande.
Un disco che può piacere veramente a tutti, sia ai romanticoni smielatissimi sia ai culturi delle avanguardie sonore. L’Engoulevent mette veramente d’accordo mondi musicali differenti, dai fans di Ludovico Einaudi e Giovanni Allevi all’amante di un qualsiasi quartetto d’archi belga sconosciuto.
Nella ristampa della Progquebec uscita nel 2006 oltre questo lavoro viene inserita la musica scritta dal gruppo per un libro per bambini intitolato “Etoifilan”, il livello è sempre molto alto e anche se rivolto per un pubblico di bambini lascia veramente pochissimo spazio a facili soluzioni sonore commerciali.
Il progetto Engoulevant dura musicalmente il tempo di un paio di anni, come tutti i gruppi culto ha il suo buon album finito e mai pubblicato e non è detto che prima o poi salti fuori anche quello.
Per il momento noi oggi possiamo bearci di un ottimo cd di folk prog ad un prezzo normale grazie al lavoro di riscoperta della Progquebec della propria scena nazionale.
Da ascoltare e da amare incondizionatamente.


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Antonio Piacentini

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