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EGO |
Sistema |
Ma.Ra.Cash |
2014 |
ITA |
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Con il terzo album in sei anni gli Ego si confermano tra le realtà italiane capaci di affrontare il prog di matrice sinfonica con idee particolarmente interessanti, partendo giustamente dalla storia, ma in grado di personalizzare in maniera efficace certi discorsi. Per entrare subito nel mood del nuovo lavoro intitolato “Sistema”, le prime due tracce fanno già capire bene chi sono gli Ego: “Captura idea” e “Latte acido” ci mostrano un trio incentrato sulle tastiere e che trae insegnamento dai classicissimi Emerson, Lake & Palmer, ma che indirizza anche il proprio sound verso una maggiore “essenzialità”. Si tratta di brani che hanno sicuramente una parentela con la musica classica, ma che evitano eccessive pomposità; anzi, toccando rispettivamente i tre e i sei minuti, mostrano anche una capacità di sintesi apprezzabile. Altri momenti ben in linea verso questo orientamento sono “Genio del male” (dove diventa molto rilevante l’uso del trombone) e “In viaggio”. Eppure, gli Ego, anche quando si discostano un po’ da questi sentieri, dimostrano di non perdere minimamente la loro identità. “Via del Cairo” mostra la capacità di creare un’atmosfera esotica, soprattutto attraverso i ritmi stravaganti e le melodie del flauto e della tromba, con una world music che mantiene ugualmente legami con il Mediterraneo, con il calore latino e con la musica sinfonica. Ed è sicuramente un tocco colto che contraddistingue “Distrazione”, un tassello elegantissimo di solo pianoforte, in cui classica e new-age (ma di quella buona, non quella sonnolenta) si ritrovano fortemente a contatto. Dove forse la band sorprende maggiormente e diventa più difficile dare un giudizio e capire certe scelte è con l’accoppiata formata da “Crota (lux) atrox” e “Elettronica-mente”, due tracce che vedono una forte componente elettronica, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto ritmico. Esperimenti estemporanei o ricerca di possibili nuovi lidi a cui approdare in futuro? Per quanto l’ascolto resti comunque piacevole, l’impressione, tuttavia, è che non siano questi i migliori Ego. Soprattutto se andiamo poi ad esaminare il piatto forte che abbiamo lasciato per ultimo… Parliamo di “Petit prince”, composizione magistrale e di incredibile bellezza di oltre dieci minuti. Si parte con tappeti di archi campionati; tastiere e fiati (anche questi campionati) contribuiscono a rendere ancora più suggestiva e misteriosa l’atmosfera, che riporta alla mente i primi (e migliori) After Crying. Si va in crescendo, con ritmi solenni, fino all’esplosione che si ha verso i quattro minuti con l’inserimento di una chitarra elettrica nervosa, frippiana, ma non troppo, per un’apoteosi strumentale di straordinario fascino che non perde minimamente maestosità. La quiete dopo la tempesta è rappresentata dal piano classicheggiante, man mano sempre più supportato nuovamente dal suono di archi e poi ancora l’intensità sale e tocca il climax con l’intervento chitarristico e con basso e batteria che viaggiano su tempi più sostenuti. Elogi per una composizione del genere non sono mai sprecati e raramente mi è capito di sentire qualcosa di così vicino ai citati After Crying, che vanno considerati tra i migliori esponenti di tutto il prog post anni ’70 e tra i pochi veramente paragonabili ai “campioni” storici. Con questo colpo il trio formato da Pier Caramel, Daniele Mentasti e Sergio Jannella ha un’impennata qualitativa incredibile (e non è che si partiva da standard bassi, eh…) che da sola vale l’acquisto di “Sistema”. Indipendentemente dalle singole tracce che lo compongono, si tratta ad ogni modo di un album estremamente bello, dove gli Ego, in poco meno di tre quarti d’ora, fanno sentire una “voce” sempre più autoritaria e riconoscibile e l’acquisto è consigliato un po’ a tutti, non solo a chi ama il prog incentrato sulle tastiere. A tal proposito, il territorio italiano si sta confermando sempre più fucina di nuovi talenti dello strumento e con notevoli doti anche da un punto di vista compositivo. Chi segue il prog nostrano con una certa attenzione avrà sicuramente familiarità con nomi emersi in questo nuovo secolo come Agostino Macor, Luca Zabbini, Alex Carpani, Michele Epifani, Paolo “Ske” Botta e Emanuele Tarasconi (e probabilmente sto dimenticando qualcuno). E’ il momento che tra le nuove stelle sia elencato anche Pier Caramel.
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Peppe Di Spirito
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