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ELLIS MUNK ENSEMBLE |
San Diego Sessions |
El Paraiso Records |
2020 |
USA/DAN |
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Brian Ellis, originario di Escondido, California, è tra le menti più interessanti emerse nel mondo legato a progressive, psichedelia e space rock negli ultimi quindici anni. I lettori di Arlequins dovrebbero conoscere il suo ottimo lavoro come chitarrista e tastierista nei due album degli americani Astra, tra le sue tante esperienze. Ma potremmo ricordare anche la band Psicomagia, o il fantastico album “Escondido sessions” del Brian Ellis Group, o, ancora, la sua carriera solista con la sua voglia di sperimentare. Supportato dalla label El Paraiso Records, unisce le forze con Jonas Munk, chitarrista noto per la sua presenza nei danesi Causa Sui, per delle sessions tenutesi a San Diego in un paio di giorni e che vedono la pubblicazione ufficiale nel 2020. I due si sono contornati di altri undici musicisti ed hanno suonato in piena libertà e presentano alla fine sette brani con formazioni variabili che vanno dai quattro agli otto elementi. Il risultato è questo disco interamente strumentale che vede l’arte dell’improvvisazione riassunta in quarantanove minuti e sette brani in cui emergono riff, temi reiterati, assoli prolungati, intrecci strumentali ed un’onda psichedelica capace di deviare verso territori vicini al jazz elettrico e al prog. La musica è per lo più caratterizzata da un flusso sonoro continuo e travolgente, con ritmi martellanti, timbri acidi delle chitarre e delle tastiere ed un groove sempre contagioso da parte di un collettivo che si è amalgamato con facilità e che offre una prestazione maiuscola. Le cavalcate care ai Grateful Dead tanti anni fa vengono attualizzate e indirizzate verso lidi dove la parola d’ordine è “contaminazione”, termine caro, per trovare qualche altro termine di paragone, anche a Jimi Hendrix, al Miles Davis di “Bitches brew” e ad alcuni corrieri cosmici tedeschi. Il sound in alcuni frangenti è capace di farsi più stravagante, conturbante ed onirico, con cavalcate che iniziano lentamente, ma che si intensificano per un crescendo impetuoso. Non manca una strizzatina d’occhio ai primissimi Pink Floyd nelle brevi “Munk’s dream” e “Bucket drips”. Tenete d’occhio Brian Ellis e date un ascolto ai prodotti della El Paraiso, vi si può aprire un mondo nuovo…
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Peppe Di Spirito
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