Home
 
EVOHE’ 77-81 Musea Records 2021 FRA

Queste registrazioni hanno parzialmente visto la luce per la prima volta nel 2018 con un vinile edito dalla Vapeur Mauve, contenente anche un cd con una versione estesa di un brano. Dopo tre anni, grazie alla Musea, ecco la ristampa in doppio cd con due pezzi inediti in più. Ma andiamo con ordine. Gli Evohé sono un gruppo francese che è stato attivo nella seconda metà degli anni ’70. Nati dall’iniziativa del batterista Roger Lahana, che voleva sviluppare meglio un tema di quattordici note, a quest’ultimo si affiancarono in breve tempo il tastierista Stéphane Consalvi, il bassista Michel Mathern e il chitarrista Philippe Perrichon. L’intesa tra i quattro musicisti derivava anche da passioni musicali comuni, tra i compositori classici del ventesimo secolo (Stravinskij, Bartok) e quell’ala d’avanguardia del progressive rock che nei paesi francofoni fece presa grazie all’opera dei vari Magma, Art Zoyd, Zao e Univers Zero. Con alcuni di questi condivisero anche il palco in occasione di qualche festival. Il cavallo di battaglia degli Evohé fu “K’a”. Come accennato, Lahana partì con un tema di quattordici note, ma attraverso un lungo processo questa composizione arrivò a durare oltre quarantadue minuti, presentando circa sessanta temi e duecento cambi di tempo! Nel 1981, presso lo studio Tangara di Tolosa, fu registrato un “riassunto” di diciotto minuti di “K’a”, in vista della pubblicazione di un LP, che di fatto, non vide mai la luce. Successivamente a questa incisione Mathern si trasferì in Oriente a seguito di una crisi mistica e morì poi nel 1984. Considerato insostituibile dai compagni, la sua scelta comportò in pratica la fine della band. Poi l’oblio, fino alla magia di internet e dei tempi moderni, con un sorprendente interesse verso la musica degli Evohé che è iniziata a circolare su dei forum specializzati nel 2017. Ora l’opera omnia della band è finalmente disponibile (mancherebbe, in realtà, un brano di Consalvi che però risulta definitivamente andato perduto).
Il primo cd contiene quattro tracce di ampia durata (si va dai tredici ai diciotto minuti), compresa la versione “breve” di “K’a”, il secondo dischetto, invece, contiene la versione definitiva di questa composizione. Il sound si mantiene omogeneo e l’indirizzo stilistico è ben delineato, grazie all’influenza del gruppo di Christian Vander che sembra aver indirizzato non poco le scelte degli Evohé. Gli appassionati di zeuhl difficilmente resteranno indifferenti alle composizioni, interamente strumentali, contenute in questi due cd, tra riff incendiari, temi reiterati, accelerazioni vertiginose, stravolgimenti di tempo, dissonanze, contaminazioni tra rock, jazz e musica classica moderna, l’incedere solenne di alcune parti, passaggi d’atmosfera misteriosi, assoli nervosi, grossa cura della parte ritmica, con la potenza del basso in bella evidenza. Proprio “K’a” risulta la meglio costruita, curata in ogni dettaglio e con minuziosi particolari che la rendono davvero interessante, nelle sue innumerevoli variazioni. L’aria minacciosa che si respira è anche più intensa rispetto agli altri brani e forse proprio per questo, alla lunga, risulta un po’ difficile da seguire, per cui è preferibile in veste accorciata. La qualità audio risente delle registrazioni amatoriali, ma proprio in considerazione dei mezzi a disposizione all’epoca e del tipo di incisioni che furono fatte non ci si può lamentare e possiamo così assaporare in pieno l’alto livello della musica, che soddisferà sicuramente le esigenze di chi ama le proposte rientranti in ambito zeuhl.



Bookmark and Share

 

Peppe Di Spirito

Italian
English