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ERE G |
Au-delà des ombres |
Ipso Facto |
2002 |
CAN |
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Spero che molti di voi conoscano gli Harmonium, band canadese attiva nella seconda metà degli anni '70 ed autrice di tre interessantissimi dischi in studio tra i quali spicca lo splendido "Si on avait besoin d'une cinquième saison". Oggi, il connazionale polistrumentista Robin Gaudreault, con il suo progetto Ere G (al quale collaborano comunque altri musicisti), sembra voler ripercorrere proprio le orme degli Harmonium, cantando in francese e riprendendo quel sound pastorale e fiabesco che ha colpito più di un progfan. I nove minuti della prima traccia "La course aux papillons" ci mostrano inizialmente un gruppo che si cimenta in un rock sinfonico moderno, con tastiere in evidenza ed una chitarra elettrica abbastanza vibrante. Eppure, anche in questo brano emergono delle caratteristiche care agli Harmonium, che verranno maggiormente a galla nelle composizioni successive attraverso chitarre acustiche, flauto, violino, atmosfere estremamente pacate. Sonorità miti e delicate armonie vocali vanno infatti a contraddistinguere il prosieguo di questo lavoro, attraverso una musica idilliaca, che vede spesso in primo piano gli strumenti acustici. Gli sprazzi medievaleggianti e le melodie tipicamente francesi di "La traversée", il romanticismo racchiuso in "La rose de Stalingrad", la ballad "Infantes", le note bucoliche, i rimandi classici e la fantasia emergente dalla title-track e dalla conclusiva "Ardeur ternie" (i due brani maggiormente vicini allo stile degli Harmonium), ma anche la più semplice "Mille coleurs", sono tutte perle di un incantevole album, magari non originale, ma di sicuro carico di passione e di quel fascino arcaico che può attrarre molti ascoltatori.
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Peppe Di Spirito
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