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FONDERIA Re>>enter BTF 2006 ITA

Se mi chiedessero quale sia attualmente la situazione del rock progressive in Italia, dovrei rispondere laconicamente che, anche se ogni tanto si riesce ad ascoltare bei lavori, di idee fresche, accattivanti, lontane dai soliti cliché se ne trovano sempre di meno. Forse è anche colpa di chi è appassionato di questo genere che ha un pochino perso la voglia di sperimentare nuove sonorità e si accontenta di quello che passa il convento (tenendo bene presente che in convento non è detto che si mangi male).
Il motivo di questa premessa è dovuto al fatto che se chiedessero alla Fonderia il perché siano amati dal pubblico progressivo loro per primi rimarrebbero spiazzati, perché questo genere è solo un colore nel caleidoscopio della proposta che ci presentano. Un’influenza se vogliamo anche marginale ma alla quale ci aggrappiamo per fare anche nostro questo lavoro.
"Re>>enter" è un disco bello, diciamolo chiaramente, rock progressive nell’accezione ampia che gli veniva data negli anni 70. E’ un lavoro dove prog, jazz, funk, musica etnica e atmosfere reggae vanno a braccetto e non fanno a cazzotti. Tutte queste fila musicali che s’intrecciano nel telaio della Fonderia, invece di dare un risultato fastidioso, si presentano invece armoniche, diverse secondo l’angolazione da cui si guarda e che produrrà sensazioni diverse secondo chi sente.
Forse un difetto sta nell’eccessiva lunghezza di questo lavoro ma non è prescritto dal dottore di ascoltare un lavoro per forza tutto di un fiato. Comunque è difficile non restare coinvolti dal ritmo della titletrack che apre questo lavoro o dal groove di “Fili Kudi” che mi ricorda tanto i lavori di Santana nella chiusura del brano (questo grazie anche alle percussioni dell’ospite Papa Yeri Samb dell’Orchestra di Piazza Vittorio, altra interessante realtà del panorama musicale romano).
“Roofus” è il pezzo forse più moderno e sperimentale di tutto il lavoro, senza perdere comunque mai di vista il gusto per la melodia che permette al brano di avere un finale delizioso. “Grandi Novità” vede come ospite Rodolfo Maltese del Banco del Mutuo Soccorso che ci regala un bell’assolo con la chitarra acustica. “Tor Pedone” con i suoi 10 minuti parte dal funk nudo e crudo per trasformarsi in qualcosa di più personale, permettendo alla sezione ritmica di mostrare il proprio valore anche senza ricorrere al virtuosismo. “Quando ero piccolo” è il mio brano preferito, lo vedrei bene come accompagnamento per quei film dove si vedono i bambini che guardano dalla macchina i paesaggi che gli si presentano davanti agli occhi. Un piccolo gioiello. Conclude questo lavoro "Trastevere", un personale omaggio al noto quartiere capitolino.
La Fonderia suona benissimo, l’affiatamento tra i componenti fa in modo che anche dal vivo il gruppo sia uno dei più interessanti visti in azione.
Qualcuno sicuramente storcerà il naso per qualche atmosfera ambient, qualcuno per qualche atmosfera troppo jazz, qualcuno per la tromba, qualcuno per la chitarra troppo frippiana ma se lasciamo per una volta da parte i pregiudizi e facciamo entrare nella nostra casa uno spiraglio dell’arcobaleno sonoro che ci regala questo gruppo non penso che si possa rimanere delusi.
Tra le cose più belle uscite nel 2006 in Italia senza alcun dubbio.

 

Antonio Piacentini

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