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LES FRADKIN One link between them R.R.O. Entertainment 2008 USA

La prima cosa che salta all'occhio sbirciando l'interno di copertina di questo cd č la mostruosa synth guitar utilizzata dal prode Les Fradkin, prodigio high tech d'ultima generazione. Da un simile strumento fantascientifico diventa lecito immaginarsi chissą quali meraviglie sonore, cosģ inseriamo "One Link Between Them" nel nostro lettore cd ed ecco la parziale delusione: per quanto possa essere impressionante, la Starr Labs Ztar Model z7s midi guitar sostanzialmente sembra riprodurre giusto il sound di un qualsiasi altro sintetizzatore. In questi casi mi viene sempre da pensare, tanto vale utilizzare delle semplici e pił modeste tastiere! Al di lą degli intenti pił o meno esibizionisti, mettiamo da parte i dettagli tecnologici e concentriamoci sulla musica. Il nome di Les Fradkin magari non dirą molto ai ragazzi di oggi (e probabilmente anche a quelli di ieri), eppure rappresenta una parte di storia oscura del rock anni settanta, specialmente per la sua collaborazione con l'ormai leggendaria psych band americana dei The Godz, insieme ad altre decine di collaborazioni pił o meno note nel tempo, e per la sua partecipazione nel musical di successo Beatlemania (interpretava la parte di George Harrison). "One Link Between Them" č dunque l'ultimo di un nutrito numero di cd incisi da Fradkin: dalla copertina in stile vagamente spaziale-new age possiamo gią prevedere cosa ci aspetta dal suo ascolto, ovvero dieci brani strumentali relativamente semplici in cui Les Fradkin dą sfoggio di bravura tecnica, compreso un minimo di gusto nella composizione. A dispetto della Starr Labs Ztar e del vasto utilizzo di samples, campionamenti elettronici e ritmiche sul limite della house-techno, lo sforzo tecnologico non ha dato risultati particolarmente originali: "One Link Between Them" suona come una sorta di incrocio fra Rick Wakeman, Jean Michel Jarre ed il metal barocco alla Yngwie Malmsteen (negli assoli di chitarra), quindi un rock sinfonico sopra le righe ed un approccio bombastico che si acquieta giusto in alcuni momenti al limite della new age, con qualche richiamo al Vangelis pił melodico e romantico. Qua e lą ci si diverte un pochino, a tratti le atmosfere riescono adiventare suggestive, specialmente nei momenti pił orchestrali... Perņ a conti fatti la sostanza artistica dell'ultimo sforzo creativo di Les Fradkin non va oltre una sufficienza un po' anonima. Da notare che tre dei dieci brani presenti nel cd sono cover, rispettivamente di Steve Vai ("Liberty"), Duke Ellington ("Caravan") e Joe Meek ("Telstar").
Per chi volesse dare un ascolto, spinto dalla curiositą... www.myspace.com/lesfradkin

 

Giovanni Carta

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