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FUN MACHINE Sonnenhuhn BNS Session 2008 USA

Nei mille rivoli in cui sono divise le correnti del rock progressive attuale, sarebbe un peccato sottovalutare questa band del New Jersey che ci propone un lavoro molto fresco e soprattutto ricco di influenze sonore.
I Fun Machine sono tra quelle centinaia di gruppi che in questo periodo volteggiano su una trave da ginnastica, cercando di mantenersi in equilibrio tra i diversi generi e sottogeneri che il mondo del rock propone oggi e, a differenza della maggior parte di quei gruppi, gli americani riescono a tenersi in piedi proponendo un crossover sonoro a tratti veramente ben riuscito. Questo volteggiare può esser considerato attinente al mondo del rock progressive? In questo caso senz’altro.
Il primo nome che viene in mente come termine di paragone è quello dei Cardiacs, sia per la potenza e l’efficacia di certi passaggi sia per quella facilità di unire varie influenze in maniera naturale, cosa che a pochi altri oltre il gruppo inglese è riuscita con determinati risultati.
Il secondo nome è sicuramente quello dei Mars Volta per l’approccio diretto alle composizioni.
Tralasciando però i nomi di riferimento (che in ogni modo variano da traccia a traccia) la qualità più importante da sottolineare di questi ragazzi è la versatilità.
“Sonnenhuhm”, infatti, non è un disco di indie rock né d’avanguardia né di progressive canonico tuttavia ha nelle sue tracce aspetti di tutti questi mondi. Il fatto di riuscire a farli convivere in maniera efficace, riuscendo ad ottenere un risultato originale (ed è strano visto che i riferimenti ad altri mondi musicali sono sempre presenti) è una qualità che in mezzo a parecchio piattume e pattume musicale risalta alla grande.
I brani dove tutto questo viene messo in rilievo sono sicuramente quelli più lunghi ovvero “Family Vapor” e “Block People”: non è sempre detto che superare i dieci minuti di composizioni sia per forza sinonimo di progressive fatto bene, tuttavia nelle due composizioni più lunghe le varie influenze sonore del gruppo americano riescono ad essere valorizzate in maniera discreta.
Un disco sicuramente che piacerà più alle nuove generazioni che agli amanti del magico mondo degli anni settanta.
Con tutte queste influenze musicali aspettiamo con curiosità il futuro per vedere come si evolverà il mondo sonoro dei Fun Machine.

 

Antonio Piacentini

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