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DINO FIORENZA It's important FogFoundation 2010 ITA

Tecnica mostruosa, virtuosismo parossistico, muri sonori impressionanti, partiture da invidia, unisono dagli equilibri spaventosamente difficili, tra metal, fusion, metal sinfonico (ma esiste?), death metal, hard pop ballad, funky, math rock, AOR, swing. Una valanga di musica fisicamente travolgente, ma un po’ freddina.
Questo è un po’ il riassunto del lavoro e, sinceramente, la recensione potrebbe finire qui. Per rispetto all’impegno dell’autore completiamo dicendo che Dino Fiorenza è un bassista catanese, ipertecnico, dal piglio moderno e (se possibile) innovativo, che grazie alle proprie capacità musicali è riuscito a comporre materiale per un intero CD, dagli arrangiamenti tanto complessi da farci levare di cappello. Ha lavorato, per questo “It’s Important”, in un ampio lasso di tempo a cavallo tra Italia e USA, con musicisti altrettanto bravi e tecnicamente impeccabili di entrambi i continenti, spesso turnisti d’eccezione o provenienti da band affermate. In totale si avvicendano una ventina di musicisti prevalentemente chitarristi, che variano in ogni brano, senza però intaccare l’omogeneità del lavoro, sono invece parte più stabile del “gruppo” Nicolosi Gaetano alla batteria e Mistheria (Bruce Dickinson Band) alle tastiere.
Il suo ascolto fa tornare alla mente il primo disco solista di Jeff Berlin “Pump It”, ritrovabile in diversi passaggi, specie quelli musicalmente più rapidi e dalla tendenza fusion. Undici i brani, tutti intorno ai 4/6 minuti, non saprei sceglierne alcuni a rappresentanza del tutto, l’unico che sembra discostarsi dal leitmotiv è “The Devil And The Holy Water” dall’estemporaneo sapore swing anni ’50. Ah, dimenticavo: non è un disco prog, ma in certi momenti è decisamente divertente.



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Roberto Vanali

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