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FAR'N'HIGH Attraction of fire Brennus/Musea 1999 FRA

Il lettore cd indica la presenza di 13 pezzi, eppure dopo aver sentito questo lavoro dei Far’n’High la sensazione più forte è quella di avere, in realtà, solo circa metà cd vero. Le prime tracce hanno una bassa qualità del suono, mancano di potenza e di idee affascinanti. Sembrano vecchie prove, prototipi di quello che poi si è sviluppato. Con “Our love”, un pezzo lento con pianoforte e voce, anche se con qualche influenza pop, si inizia ad entrare in una atmosfera più calda ed emozionante. Poi, in meno di due minuti, “The line”, un pezzo strumentale, dà il via al vero cd: qualità sonora molto migliorata, pezzi più incisivi ed anche una voce più brillante. Il cantante, di fatto, domina con il suo stile molto prog e la sua estensione, con uno stile tipico del genere che ricorda a tratti Stratovarius e Dream Theater. Questi ultimi sono citati indirettamente in molti arrangiamenti della chitarra elettrica, soprattutto in “Moan from nowhere”. Dovunque si assiste ad uno sviluppo della melodia molto classico, con accelerazioni e rallentamenti che non inventano niente di nuovo. Inoltre talvolta la ripetitività di certe forme non aiuta molto, rendendo forse troppo lunghi certi passaggi. I testi, nello scorrere dei minuti, guadagnano di significato, passando da tematiche vaghe ad altre più introspettive. L’interpretazione del cantante, specialmente in “Amarte”, pezzo lento in spagnolo, solleva un po’ il livello di tutto il lavoro, frutto sicuramente di tanta passione e, lo speriamo, primo di una lunga serie con più spazio per fantasia e carica.

 

Lorenzo Corsani

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