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ALVIN FIELDER - DAVID DOVE - JASON JACKSON - DAMON SMITH From-To-From Balance Point Acoustic 2013 USA

Con questo quartetto ci prendiamo una pausa dalle sofisticazioni elettroniche per tornare alla purezza del suono acustico e naturale incontaminato, come tutto il jazz che si rispetti registrato in un'unica session il tredici febbraio 2013....Chi è più addentro negli ambienti del free jazz non gli sarà sfuggito il nome di Alvin Fielder (mancato nel maggio del 2019), veterano batterista dell'avant jazz, membro fondatore nel 1965 dell'importante associazione di musicisti d'avanguardia AACM, percussionista e collaboratore con Sun Ra, Art Ensemble Of Chicago e specialmente nel seminale "Sound" di Roscoe Mitchell. Per quest'occasione insieme a Fielder troviamo David Dove e Jason Jackson, rispettivamente al trombone e sassofono, entrambi con un passato e presente di contaminazioni di musica funk, hip-hop strumentale ed avant jazz elettroacustico, e il contrabbassista Damon Smith operativo da anni nel settore del free-jazz contemporaneo.
In questo "From-To-From" si delineano paesaggi sonori insieme classici e controversi, mutabili nella sua durata di circa poco più di un'ora: suddivisa in sei passaggi e costruita su un'unica session improvvisativa, "From-To-From" inizia in maniera piuttosto cruda e dura in cui la verve più rumorista ed aleatoria fatta di silenzi e suoni stridenti si evolve in jazz atonale e criptico ma nel complesso abbastanza piacevole nella sua fluida impenetrabilità, anche se non posso fare a meno di non percepire una certa glaciale freddezza di fondo in un gioco di rimandi intellettuali ed esercizio di stile di un'espressione artistica astratta ed irrimediabilmente di nicchia, nei momenti migliori l'ascolto diventa alquanto lunatico e singolare ma in fondo si tratta di uno stile anch'esso istituzionalizzato in ambiti accademici (Ornette Coleman, Anthony Braxton) che tende a reiterarsi secondo schemi più o meno prestabiliti come un po’ tutto il jazz classico. Piano piano nel ribollente magma sonoro la musica tende a farsi più mutevole ed umorale, si introducono elementi ed accenni melodici post-bop fino ad arrivare ad accenni di etno-jazz specialmente quando Fielder allarga lo spettro delle proprie percussioni con il basso di Smith a fare da contrappunto alle idee fino ad ancora bop destrutturato ed indecifrabile... Cogliere gli elementi sfuggenti, quei suoni che sembrano non entrarci nulla l'uno con l'altro ma in realtà interagiscono coerentemente con l'insieme ed in tal modo la musica nella sua rappresentazione più astratta ed impossibile diventa quasi accattivante.
L'ascolto di "From-To-From" può essere un buon allenamento di proiezione musicale del proprio inconscio oltre che un buon esercizio di ascolto della musica improvvisata, in cui possiamo cogliere spunti interessanti che si rivelano inaspettatamente nei silenzi e nell'inquietudine naturale di suoni e rumori tumultuosi quando non anche apertamente brutali e selvaggi.



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Giovanni Carta

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