Home
 
FROGG CAFE' Creatures autoprod. 2003 USA

Tra le nuove leve del progressive statunitense vanno senza dubbio tenuti d'occhio i newyorkesi Frogg Café, ensemble composto da Nick Lieto (voce, tastiere, tromba), Frank Camiola (chitarre), Bill Ayasse (violino, mandolino), Andrew Sussman (basso) e James Guarnieri (batteria). Le radici di questa band affondano nel 1998, quando i musicisti si esibivano tra Long Island e New York City con il nome di Lumpy Gravy suonando composizioni di Frank Zappa. Dopo un promettente debut album, con "Creatures" i Frogg Café giungono alla seconda esperienza discografica, nella quale si mettono in mostra con una prova di assoluto rilievo. Per stessa ammissione del gruppo, le influenze sono molteplici: oltre Zappa ed i classici del rock sinfonico inglese, Ravel, Stravinsky, Mingus, Coltrane, Ives e Copeland sono citati come importanti punti di riferimento. Le analogie con tali, straordinari, artisti si fanno sentire pienamente in "Creatures", ma i Frogg Café sfoderano una prestazione autorevole, prendendo sì spunto dai propri beniamini, ma mantenendo una propria identità attraverso cinque lunghi brani dai quali si intravede chiaramente un talento esecutivo e compositivo ragguardevole. Si parte col jazz-rock di "All this time" e si prosegue con i riferimenti zappiani della title-track, in cui lo sfavillante andamento percussivo può ricordare certe parti di "Uncle Meat". "The celestial metal can" è un brano maggiormente sperimentale, nel quale i Frogg Cafè improvvisano e inseriscono elementi di musica contemporanea. Con "Gagutz" si ritorna ad un incandescente jazz-rock, guidato da un violino imperioso e dai continui interventi di chitarra elettrica, tastiere e tromba su ritmiche scattanti. In conclusione c'è la lunghissima (oltre 21 minuti) "Waterfall carnival", composizione che, a dispetto della durata, non stanca neanche per un istante e dalla quale traspare una coesione invidiabile, tra melodie di sicura presa, seducenti trame elettroacustiche, una varietà timbrica che lascia il segno e manovre musicali dallo svolgimento imprevedibile, per merito di continui cambiamenti di tempo e di umore. I Frogg Café si inseriscono in quella cerchia di prog-band odierne che meritano il nostro supporto per la loro capacità di saper integrare e miscelare al meglio le proprie influenze, attraverso un processo di contaminazione scrupoloso che porta a risultati davvero pregevoli.

 

Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

FROGG CAFE' Fortunate observer of time 2005 
FROGG CAFE' The Bateless Edge 2010 

Italian
English