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GIARDINI DI AUTUNNO Frammenti di idee perdute Mellow Records 2003 ITA

Disco d’esordio per i Giardini d’Autunno, gruppo che può essere anche considerato una one-man-band, visto che fa quasi tutto da solo il polistrumentista Tiziano Rea (impegnato con tastiere, chitarra e basso). Questo musicista ci offre un lavoro principalmente strumentale di circa quarantasette minuti, nei quali cerca di mettere in mostra le sue capacità sia tecniche che compositive. In alcuni brani (“Preludio”, i due “Interludi”, “Sulla linea del cielo” e “Visioni ascendentali”), guidati principalmente dalle tastiere, Rea si esibisce in un progressive atmosferico, con il quale sembra voler unire certe sperimentazioni elettronico-cosmiche ed influenze classicheggianti. Negli altri pezzi, accompagnato da Andrea Scala alla batteria, preferisce puntare su un rock sinfonico più classico (esemplare “Visioni trascendentali”), oppure evidenziare tutto il suo amore per i King Crimson del periodo ’73-’74 (“Frammenti di idee perdute” e “Radium”). L’unico brano cantato è “Storia vana”, più vicino a certo prog italiano old style e che vede alla voce Emiliano Germani, membro dei Moonlight Comedy come il drummer Scala. Nel suo disco, Rea riesce a creare una discreta alternanza tra parti d’atmosfera, quasi discendenti di quelle fasce sonore tipiche dei Tangerine Dream e non di rado dettate da suoni di mellotron, melodie accattivanti ed intrecci strumentali dai quali traspaiono doti tecniche non comuni, attraverso cui, comunque, non si perde mai di vista il feeling. E proprio la ricerca timbrica è un altro elemento importante che permette all’album di guadagnare ulteriori punti: le tastiere vanno spesso ad imitare strumenti classici oppure il sound del progressive degli anni ’70 con eccellenti risultati. Accogliamo ben volentieri una nuova speranza del prog italiano, auspicando che Rea riesca a dare continuità a questa avventura dalla quale emerge un potenziale davvero notevole.

 

Peppe Di Spirito

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