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GRAND STAND |
In the middle, on the edge |
GSE Records |
1998 |
SVE |
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Dopo una gestazione di ben 5 anni, vede la luce, nel 1998, il debutto discografico di questa poco originale, ma tutto sommato valida, band scandinava. La musica dei Grand Stand è aggraziata, elegante e squisitamente sinfonica. L’album in esame è interamente strumentale e ispirato in maniera viscerale alla musica dei Genesis che comunque viene filtrata attraverso l’esperienza del new prog. Il suono è piacevolmente anticato con ampi ed avvolgenti tappeti tastieristici. L’elemento più debole è probabilmente rappresentato dalla sezione ritmica: i cambi di tempo sono infatti effettuati in maniera un po’ troppo schematica e meccanica ed i tempi sono tenuti in maniera piuttosto rigida. La formula interamente strumentale determina, col passare dei minuti, un po’ di stanchezza: questo tipo di musica sarebbe forse più adatto alla forma della vera e propria canzone. Brani come “Minor Mischiefs In Big Ways” sembrano quasi delle basi musicali o dei file MIDI e lasciano percepire la mancanza di qualcosa. I brani che risaltano maggiormente sono quelli di apertura che appaiono abbastanza vivaci, variegati e discretamente strutturati. L’album è comunque privo di vette e complessivamente mediocre, anche se gradevole a sufficienza. Diciamo che si tratta di una collezione di piacevoli e disimpegnati sottofondi.
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Jessica Attene
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