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THE GIANT HOGWEED ORCHESTRA |
The Giant Hogweed Orchestra |
Mellow |
2004 |
FIN |
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Non faccio fatica ad immaginare i vostri primi ragionamenti e collegamenti mentali: Giant Hogweed… “Nursery Cryme”… Genesis… new-prog… E naturale verrà da pensare “solita solfa, perché continuare a leggere la recensione?”. Be’, in realtà, a dispetto del nome della band che evoca un momento particolarmente felice di Tony Banks e soci, il gruppo Giant Hogweed Orchestra si presenta al debutto discografico con un prodotto che è abbastanza lontano dal rock sinfonico, visto che è prettamente orientato verso una musica psichedelica figlia sì degli anni ’70, eppure moderna, fresca e genuina. Questo quintetto di talento è di origine finlandese e si esibisce in una proposta strumentale ricca di fascino caratterizzata da due brevi brani semiacustici (le tracce di apertura e di chiusura) e da altre quattro composizioni di più ampio respiro, nelle quali è facile avvertire echi di Pink Floyd, Gong e anche Porcupine Tree, ma da cui trasuda anche una personalità non indifferente. In effetti, come spesso accade per dischi di questo genere, l’aggettivo più adatto a descrivere la musica dei Giant Hogweed Orchestra è “onirica”: atmosfere sognanti, progressioni estasianti, suoni spacey di chitarre ad effetto che ben si incrociano con la delicatezza del flauto e con i connotati vagamente jazzistici della tromba. Esemplare la lunghissima “Halogen”, che con i suoi quasi venti minuti è un po’ il manifesto programmatico di questa band che riesce a sviluppare un prog psichedelico con una facilità impressionante, passando con naturalezza ed abilità da un sound che rimanda alle esperienze dei seventies a qualcosa di più attuale e dimostrando come la Finlandia sia oggi un punto di riferimento imprescindibile per la musica che tanto ci sta a cuore.
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Peppe Di Spirito
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