Home
 
GREEN MILK FROM THE PLANET ORANGE City calls revolution Beta / Iactam Ring Records 2005 JAP

Ancora una novità dal Giappone che può fare discutere parecchio gli appassionati... nati dalle ceneri di un effimero progetto grindcore-noise, i GMFTPO dalla nota del retro di copertina ci avvertono: "progressive rock is not dead"! E' dunque difficile sostenere il contrario quando si ascoltano dischi pieni di entusiasmo e freschezza, se non proprio innovativi, come il secondo disco dei Green Milk From The Planet Orange, "City Calls Revolution", stampato sia in cd che nella versione su doppio vinile. Strutturato principalmente su due suite, "Concrete City Breakdown" e "A Day In The Planet Orange", ciascuna dalla durata di venti e trentotto minuti (inframmezzate da due pezzi brevi), "City Calls Revolution" unisce l'aggressività urbana e feroce tipica di una band noise-core (gli Shellac di Steve Albini sono una delle bands di riferimento) ad un'attitudine psycho-prog che sembra ispirarsi alla trilogia della tazzina da tè volante dei Gong quanto ai Can ed alle sonorità più spigolose e torbide dei King Crimson anni '70. Diversamente da quanto si potrebbe immaginare dall'approccio sfrontato ed ambizioso di questo di power trio giapponese, "City Calls Revolution" si presenta come un lavoro tutt'altro che velleitario, ben concepito e suonato: l'elementare strumentazione, basso-batteria-chitarra, con un utilizzo limitato delle tastiere, permette ai GMFTPO di calarsi totalmente in un contesto free-acid rock allucinato e deviato che procede attraverso trascinanti assoli di chitarra distorta, accelerazioni lisergiche e momenti di pura follia, attimi di stasi narcotica ed esplosioni di rabbia incontrollata, delle isteriche e spassose parti vocali assolutamente sopra le righe e dall'accento tipicamente giapponese... Quest'ultime possono forse essere le uniche parti deboli di un disco davvero speciale ed a suo modo inquietante...

 

Giovanni Carta

Italian
English