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THE GOURISHANKAR 2.nd hands Unicorn Digital 2007 RUS

Questo gruppo russo, proveniente dalla città di Syktyvkar, capitale della Repubblica di Komi (mille chilometri a nord-est di Mosca), ha tantissime idee e cose da dire… ed effettivamente cerca proprio di esaurire tutte le cartucce a sua disposizione, inzeppando questo suo secondo album (il debutto, "Close Grip", risale al 2003) di così tanto materiale che il prolisso Roine Stolt avrebbe materia a sufficienza per ricavarci almeno quattro doppi CD! Sono tantissime le linee melodiche e le continue variazioni inserite in un solo pezzo, che all'ascoltatore distratto sembrerà quasi che qualcuno stia cambiando continuamente traccia o programma radiofonico, girando a caso il pomello del sintonizzatore. Ne consegue che le otto tracce di "2.nd Hand" hanno un andamento quanto mai discontinuo e a tratti anche altalenante, con momenti brillanti, tante trovate sorprendenti ma anche sequenze dispensabili, ridondanti e persino scadenti. In linea generale questo album si inserisce nell'universo del progressive rock di matrice sinfonica, anche se, fra le continue variazioni melodiche, vengono inseriti elementi di ispirazione eterogenea, con loop sonori elettronici (che possono persino ricordare, in qualche episodio isolato, passaggi disco dance anni Ottanta), sequenze fusion, con richiami ai Dixie Dregs, riff di chitarra distorti con serrati cambi di tempo (alla Dream Theater di "Awake" o "Images And Words"), tappeti di tastiere in chiave new prog, con Moog alla Clive Nolan, momenti classicheggianti, e oltre a tutto ciò vanno aggiunti anche sporadici elementi orientaleggianti, forse in rivendicazione del particolare moniker scelto dalla band. In questa insalata schizofrenica sono davvero tanti i possibili riferimenti stilistici che vengono in mente, dai polacchi Collage, per il loro new prog dai suoni sofisticati, al metal prog elegante dei Leger De Main e ai minestroni degli Spock's Beard; un inquadramento preciso quindi rimane impossibile, visti i presupposti. L'album è sostanzialmente strumentale e le poche sequenze cantate, a dire il vero non proprio brillanti per il timbro sgraziato della voce di Vlad MJ Whiner, sono costituite da traduzioni in inglese di alcune poesie russe di Gumilev, Brusov e Mandelshtam. Oltre ad essere un album concentratissimo bisogna osservare che il suo minutaggio è anche piuttosto lungo, raggiungendo la curiosa cifra di 1 ora 11 minuti e 11 secondi! Si tratta di un lavoro sicuramente bello nel suo complesso, ma a tratti davvero esasperato e forzato, non privo di tecnicismi ma comunque dotato di momenti poetici e spunti melodici eleganti. Per la precisione la traccia di apertura, "Moon7" sembra promettere davvero bene e pare annunciare chissà quali sorprese che però non si realizzeranno alla perfezione nel corso dell'ascolto, lasciando campo anche a cocenti delusioni. Lodevole il tentativo del gruppo di cercare una propria strada stilistica, forse però un po' troppo all'insegna dell'eclettismo più esasperato. Le carte ci sono ed il materiale di certo non manca, una maggiore ponderazione e selezione in fase compositiva sicuramente permetteranno al gruppo di affinare le proprie creazioni e di realizzare qualcosa di davvero memorabile. Per il momento accontentiamoci di questo pur apprezzabile "2.nd Hands".

 

Jessica Attene

Collegamenti ad altre recensioni

THE GOURISHANKAR Close grip 2003 (Unicorn 2008) 

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