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GARAMOND |
Quant'altro |
Lizard |
2007 |
ITA |
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Gli U Totem italiani? Forse sì, forse no… Qualche somiglianza alla band americana, nei momenti maggiormente accostabili al R.I.O. moderno, c’è senz’altro, ma questi Garamond hanno una riserva di frecce per il loro arco che sembra infinita. L’avanguardia flirta col sinfonico; il jazz fa capolino, diventa rock e può ricordare gli Area, i VdGG o la PFM; la musica da camera avanza decisa per lasciare poi il passo a situazioni avvicinabili al cabaret e/o alla follia ironico-zappiana e/o, ancora, a soluzioni in cui elettronica, sperimentazioni e suoni strani arrivano a noi… Con questa felicissima opera debutta una band che fa subito faville, guidata da due veri e propri fuoriclasse che rispondono ai nomi di Laura Agostinelli e Danilo Orlandini. La prima canta. Anzi, no... Il termine “canta” è troppo approssimativo. E allora diciamo che declama, recita, racconta, gorgheggia, fa buffi versi, diverte, stupisce con una serie di testi venati di surrealismo e attraverso soluzioni vocali particolarissime. Il secondo è il compositore ed esecutore alle tastiere di una serie di pezzi fantasiosi, bizzarri, ricchi di contaminazione, in cui mette in mezzo di tutto, riuscendo a mantenere un’organicità e una coesione impressionante, nonostante gli svariati stili “citati”. Il gruppo è completato da altri bravissimi musicisti che rispondono ai nomi di Giovanni Breccia (sax), Riccardo Soleni (basso) e Diego Vitaioli (batteria) e da ospiti vari che si esibiscono al piano, a parti vocali e percussive, al violino, persino allo scacciapensieri tibetano! Quanto fanno seriamente e quanto scherzano questi Garamond? Sono seri, sono seri! E sono seriamente una delle più belle realtà italiane affacciatesi nel panorama progressive negli ultimi anni. Questo cd raccoglie una serie di brani composti e registrati in periodi diversi tra il 2001 e il 2005. Ma non si avverte nessun senso di disgregazione, quello che emerge è una freschezza che colpisce ed un numero infinito di spunti particolarmente brillanti. Vorrei descriverli uno ad uno, ma un album così va scoperto pian piano, assimilato lentamente, spulciato da cima a fondo pur di scovarne ogni segreto e con queste righe preferisco solo dare dei piccoli “indizi”, per lasciare poi decidere a voi stessi se avventurarvi in questa piccola impresa, se inoltrarvi in questo labirinto sonoro affascinante che può riservare continuamente attimi di piacere, di divertimento, di imprevedibilità, di pensiero, di azione, di distensione, di tensione, di fervore, di ricerca, di classe superiore, forse persino di genio. E quant’altro… “Quant’altro”… Quant’altro potrà offrire un gruppo così intraprendente, così speciale, così originale, così capace di stupire, così affiatato, così intelligente? Io sono proprio curioso di scoprirlo; e voi?
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Peppe di Spirito
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