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THE GILLIAM SECTION Solus Habitual Grace Records 2009 USA

Dagli sconfinati e meravigliosi paesaggi texani i Gilliam Section ci conducono in un mondo di sogno e poesia, in cui la bellezza della natura prevale sulle brutture del mondo... “Solus” come semplice disco d'esordio è già a suo modo quasi un piccolo classico, in quanto buona parte delle correnti ambient e avant rock degli ultimi vent'anni anni prendono forma in una discreta ed intrigante serie di candide composizioni strumentali, quadretti onirici che ben si inseriscono nel contemporaneo panorama musicale ambient/drone. Dietro i The Gilliam Section si celano John Marcell e Will Willard, chitarra e stick, devoti alle teorie musicali di Robert Fripp sviluppate durante gli anni ottanta: i The Gilliam Section nella loro dimensione domestica e d.i.y. si rivelano molto più vicini e fedeli all'attitudine di Fripp rispetto ad altre formazioni più quotate e conosciute nel nostro mondo musicale, ed è infatti davvero un peccato come “Solus” sia stato registrato in condizioni un po' (comprensibilmente) precarie. Infatti, con una produzione decente questo cd potrebbe benissimo dare parecchi punti ad altri lavori del genere, così com'è stato pubblicato le sonorità del disco vengono frenate da un approccio low-fi ed artigianale che sicuramente non rende pieno merito alle potenzialità della musica. Con l'aiuto di alcuni ospiti ed amici come Robert Scott Potter alla batteria, un altro chitarrista fedele all'accordatura NST (New Standard Tuning) per chitarra, Tony Garza, e la pianista Alessandra Celletti, nei diciotto pezzi di “Solus” John Marcell e Will Willard spaziano con molta fluidità e un certo rigore attraverso momenti arisosi e riflessivi, atmosfere ombrose e più malinconiche... a tratti si percepisce chiaramente l'influenza del David Sylvian più ambientale ed etnico e delle sue collaborazioni con Holger Czukay, ma anche ai lavori solisti di Jansen/Barbieri; in diversi momenti si fa spazio un interessante approccio cameristico e neoclassico, con alcuni spunti vicini a Brian Eno (e suo fratello Roger). Michael Brook e Bill Nelson sono probabilmente altri due chitarristi che devono aver influenzato non poco i Gilliam Section... e forse azzarderei anche il Pat Metheny più astratto ed etereo. Le pulsazioni ritmiche del Chapman Stick immerse nei soundscapes di chitarra e synth ci guidano nei momenti più indirizzati ad una forma di rock-fusion psichedelica (giusto per rendere vagamente l'idea) anche se rappresentano una minima parte del disco; le sonorità tendono ad essere più meditative, cosmiche, mistiche ed estatiche... “Solus” è dunque un disco estremamente salutare, capace di portarci lontano con la mente... non fosse che la qualità audio del cd sia quasi inversamente proporzionale alle ottime capacità dei musicisti coinvolti, “Solus” rischierebbe di entrare nella mia lista personale delle migliori uscite del 2009... Se siete appassionati o quantomeno interessati a questo genere musicale (e ai musicisti succitati), date una possibilità ai Gilliam Section di diventare per un po' di tempo la vostra colonna sonora personale...



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Giovanni Carta

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