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GAZPACHO Tick tock HWT Records 2009 NOR

I Gazpacho, in quella piccola cerchia del quale fa parte l’appassionato del rock progressive di nuova generazione, non sono proprio degli sconosciuti, grazie anche al fatto di essere stati tanto tempo sotto l’ala protettiva dei Marillion mark 2.
I norvegesi, dopo aver prodotto degli onesti lavori con punte più che valide nella loro penultima prova che è stata “Night”, provano l’apertura verso un mercato di appassionati più vasto e verso un target più giovane mantenendo sempre l’aspetto progressivo che li ha comunque contraddistinti nella loro carriera.
Ci troviamo di fronte ad un concept di quattro tracce che si basa sulla storia di Antoine de Saint-Exupery che provò un volo da Parigi a Saigon nel 1935 precipitando col suo copilota nel deserto e camminando a piedi tra le dune per svariati giorni.
Un concept in cui le atmosfere più dure e accattivanti che ricordano (e non poco) Muse e Placebo si uniscono ad atmosfere sonore che chi ha amato le ultime prove dei Marillion apprezzerà di buon grado. Il lavoro consiste di quattro brani, l’iniziale “Desert Flight” è quello che lascerà più spiazzati i vecchi fan del gruppo norvegese. Ci troviamo, infatti, di fronte ad un brano più simile ad una outtake del gruppo di Matt Bellamy che ad un disco progressive, cosa che ti fa pensare di aver messo il cd sbagliato nel lettore. A differenza della storia trattata dal concept, con il passare dei minuti il lavoro prende quota, passando alle due lunghe suite “The Night” e la title track “Tick Tock” dove gli elementi del brano di apertura si vanno a mischiare con i classici passaggi che han fatto la piccola fortuna dei Gazpacho. Soprattutto nei 22 minuti di “Tick Tock” i norvegesi provano soluzioni sonore che, partendo dalla base “marillio-hogarthiana” che li ha sempre contraddistinti, riescono ad ottenere un perfetto e convincente equilibrio tra il pop rock di moda e il rock progressive di facile presa. Il risultato che ne viene fuori è una perfetto crossover adatto sia ai passaggi in rotazione di MTV che alla nicchia dell’appassionato. Facendo un paragone forse azzardato, prendendo ad esempio uno dei gruppi più blasonati del momento, questo “Tick Tock” sarebbe il classico disco che l’appassionato progressive si aspetterebbe per sdoganare e per fare entrare definitivamente i Muse nella cerchia dei gruppi progressive. Visto che, purtroppo per loro, da un punto di vista soprattutto economico e di fama, i Gazpacho non sono i Muse, è più semplice che l’appassionato progressive rimanga perplesso da questa svolta commerciale, rivolgendo le proprie attenzioni verso altri gruppi.
Questo sarebbe un peccato, perchè “Tick Tock”, rispetto a molti lavori di gruppi che hanno provato ad ampliare la loro cerchia di appassionati, non è un prodotto che snatura in maniera violenta la musica che ci hanno regalato i Gazpacho nelle precedenti prove, ma semplicemente amplia la proposta artistica con elementi provenienti da mondi musicali più vicini ai gusti giovanili.
Un disco sicuramente più adatto ai ventenni con gusto che ai quarantenni smaliziati. Da un punto di vista musicale il risultato è piacevole, speriamo che questa svolta renda qualcosa al gruppo norvegese anche da un punto di vista meramente commerciale.



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Antonio Piacentini

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