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GEYSIR |
Tension between calmness and breakout (EP) |
autoprod. |
2010 |
GER |
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Gli autori di queste quattro brevi tracce, raccolte in EP, si affacciano al mercato musicale con una proposta interessante e abbastanza varia. I Geysir sono un quintetto di base a Colonia, ma contano anche componenti olandesi di Rotterdam e si presentano in una formazione strumentalmente piuttosto ricca, con Jenny Thiele alla voce e al piano, Frank Brempel al violino, Thomas Mühlhoff alla chitarra, Immanuel Schulte-Ontrop al basso e Benni Koch alla batteria. La stessa band, nella propria scheda parla in maniera generica di progressive e rock psichedelico, ma in effetti le influenze e l’amalgama stilistica portano a pensarla un po’ diversamente: la componente psichedelica non mi pare così accentuata e, invece, saltano fuori tendenze hard prog, rock, space e anche qualche momenti leggermente più sperimentale dove il violino e la chitarra si rincorrono verso mete vagamente avant prog. Già dalla prima traccia “Wortlos” fanno intendere bene le loro idee musicali, nelle quali la voce della Thiele svolge un compito decisivo, unitamente ad un violino che disegna figure complesse e dallo spirito libero derivate da forme jazz. Inevitabilmente i ricordi vanno a certi passi di Jean Luc Ponty. Particolare il finale del brano con una improvvisa esplosione metal di pochi secondi. Più pacato, introdotto da piano e voce, è il secondo brano “Reflection”, che ruota attorno ad uno spunto melodico molto penetrante, complici il violino e la chitarra effettata per creare un pathos di grande coinvolgimento. Decisamente più sperimentali i tre minuti di “Gründe”, dominata dal violino di Brempel con un tema pungente e reiterato, mentre le voci si accavallano generando uno strano senso di confusione. L’ultimo brano “Großstadt” ha quasi un avvio RIO, poi, mano a mano che si sviluppa, salta fuori un brano dai notevoli movimenti e continui cambi, fino a sfogare in un solo di violino di notevole qualità, per dinamica e intreccio melodico, che spesso tocca lidi cameristici. Un esordio molto interessante, attendiamo con piacere un full-length.
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Roberto Vanali
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