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ROBERT GENCO |
Beyond the life |
RG Production |
1977 (AMS Records 2011) |
ITA |
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Sembra sempre che del prog italiano sia stato ristampato quasi tutto e che non ci siano più gemme di grande valore ascoltabili solo da pochi fortunati possessori di vecchi LP. Eppure puntualmente spunta una sorpresa. Una delle ultima è la pubblicazione in cd dell’album “Beyond the life” di Robert Genco. Questo disco risale al 1977, quando il grosso era stato detto, e non va confuso con il lavoro di Genco Puro & Co. Robert Genco è infatti un batterista calabrese che dopo varie esperienze, anche al di fuori dell’Italia, si contorna di un nucleo di ottimi musicisti (Hugo Heredia ai sax, al flauto e alla quena, Luciano Biasutti alla tromba e al flicorno, Giorgio Cocilovo alle chitarre, Tuccio Garofalo alle tastiere e Silvio Condemi al basso e al violoncello) e incide “Beyond the life”. Si tratta di un album di grande qualità, in cui si possono intravedere una presentazione ed una contaminazione di stili diversi, mostrando come i musicisti siano stati influenzati dal jazz-rock come dal prog sinfonico e come vogliano anche far sentire quella mediterraneità che contraddistingueva molte proposte musicali di quel periodo. L’inizio è subito molto trascinante, con i dieci minuti di “Angoscia”, un jazz-rock vibrante in cui il suono vivace della chitarra elettrica si fonde magicamente con i fiati, rievocando sia certe cose dei primi Chicago, sia le esperienze degli Osanna. A seguire, troviamo il brano che dà il titolo all’album, aperto da delicate frasi melodiche (col flauto in bella evidenza), ma che poi si spinge verso coordinate non distanti dalla PFM di “Alta Loma 5 till 9”. Pregno di romanticismo (e qui si avverte maggiormente l’influenza del prog britannico) “All recomposes”, che chiude quello che era il lato A del disco. L’altra facciata era invece occupata dalla suite “Nature and transmigration” (anche se è spezzata da un altro brano intitolato “Passaggio” e che chiude effettivamente l’album), in cui i musicisti possono sbizzarrirsi in fantastici passaggi strumentali, spaziando dal jazz-rock elettrico d’insieme (gli insegnamenti di Davis, Hancock e la Mahavishnu Orchestra sono stati chiaramente importanti, ma si può notare anche una vena un po’ canterburiana) a voli solistici da brividi su ritmi in continua variazione. Genco, oltre a formare una sezione ritmica e fantasiosa con Condemi, si cimenta anche al canto in inglese ed è autore dei testi, riportati in italiano sulla copertina. Sulla ristampa sono presenti due brani in più “Rock and rock” ed “Una notte per danzare”, tratti da un 45 giri realizzato successivamente, interessanti, ma di minor spessore rispetto al resto del repertorio. Anche se uscito quando i grandi fasti del progressive erano passati, “Beyond the life” meritava assolutamente la riscoperta, che sarà di sicuro estremamente gradita dagli appassionati della scena italiana che non erano a conoscenza di questo tesoro nascosto.
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Peppe Di Spirito
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