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GUNNELPUMPERS Tritonium Spiritflake Music 2012 USA

Bizzarri fin dal monicker questi americani, che il 9 giugno 2012 registrano il loro terzo lavoro strumentale improvvisando di fronte al pubblico del Gallery Cabaret di Chicago. Un sestetto che addirittura vede nella musica proposta una specie di missione e che ammette quanto sia difficile identificare quanto espresso. Se poi si pensa che i brani sono solo tre, per giunta molto lunghi, e che in formazione ci sono altrettanti bassisti (di cui uno suona il basso doppio), allora occorre entrare nell’ordine di idee giusto per ascoltare questo “Triotonium”.
Da quando sono stati fondati nel 2002 dal bassista Douglas Johnson e dal percussionista (soprattutto congas) Randy Farr, nelle loro fila sono passati oltre quaranta musicisti. Ed appurando che vi hanno suonato trombettisti, sassofonisti e tastieristi (ovviamente in questa uscita non ce n’è traccia), si capisce bene che i Gunnelpumpers non sono mai stati uguali a loro stessi.
Qui, oltre ai già citati musicisti, troviamo il chitarrista John Meyer, i bassisti Michael Hovnian e Tom Mendel, il batterista Bob Garrett e poi nelle note di copertina viene citato anche un misterioso membro della Chicago Symphony, a cui sicuramente vanno ascritte le parti in cui si sente uno strumento ad archetto (in alcuni live è indicato David Keller al violoncello, sarà lui?). Un risultato finale che sa molto di vecchia improvvisazione psichedelica, con tutti i rovesci della medaglia insiti nel fenomeno stesso, saturo di un’atmosfera cupa come potrebbe essere un sogno confuso in cui non ci si riesce a svegliare. Di sicuro, un ascolto frettoloso farebbe archiviare immediatamente il tutto. Se poi, alla ricerca di qualche passaggio memorabile, ci si mettesse ad andare avanti ed indietro con i tasti di ricerca, la pazienza verrebbe meno in un batter d’occhio. Invece, con molta calma, si potrebbe scoprire che i sette minuti abbondanti di “Sir Cirrus” contengono delle soluzioni intuitive da sentire per bene, con la chitarra elettrica che sbuca dal nulla e si rintana come niente fosse in questo magma radioattivo che apparentemente tenta di prender forma.
In “Eschatonus” gli elementi percussivi diventano preponderanti, ma il pezzo da seguire è il conclusivo “McGroover”, che sfiora i venti minuti. L’esecuzione è molto più energica, andando a sfiorare King Crimson e Zappa nei loro umori più avanguardistici. Certo, diciannove minuti e mezzo sono tanti…
A quanto pare, durante il mese di dicembre 2012 verrà pubblicato il quarto album, “Monatan Fix”, dove saranno proposte diciannove tracce definite “epiche”. Chi non si sentisse (legittimamente) pronto a sobbarcarsi un viaggio sonoro così impegnativo ed accidentato come quello richiesto da “Tritonium”, può risparmiare il proprio denaro e magari investirlo su quella che sarà la nuova pubblicazione. Intanto, per gli interessati, sul sito dei Gunnelpumpers è possibile ascoltare gratuitamente diverse ore di esibizioni registrate dal vivo in presa diretta.



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Michele Merenda

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