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GLEEMEN Oltre... lontano, lontano Black Widow 2013 ITA

Gleemen... chi erano costoro? Si deve tornare indietro di quasi 50 anni (!!!) quando si formò il primo nucleo della band con “Bambi” Fossati, Angelo Traverso, Maurizio Cassinelli e Lio Marchi. Di lì a qualche anno e dopo un album omonimo del 1970, il gruppo cambiò nome in Garybaldi con un paio di LP all'attivo nel periodo d'oro e poi varie reunion dagli anni 90 ad oggi. Come ben evidenziato dalle note del libretto i Gleemen NON sono però i Garybaldi e questo nuovissimo lavoro “ Oltre... lontano, lontano” è qui a dimostrarlo con sonorità e spirito tipico del gruppo. Tutto ciò con il contributo (più o meno ampio) di tre quarti della line-up originale (Fossati, Cassinelli, Traverso) a cui vanno aggiungersi numerosi ospiti di livello (su tutti Marco Zoccheddu e Martin Grice). Lo spirito blues rivive subito come d'incanto in “Anima di gomma” come se il tempo non fosse passato e con le tre chitarre (Gianpaolo Casu, Mauro Culotta e Marco Zoccheddu) a lanciarsi a turno in frenetiche scorribande solistiche. Dal forte impatto anche la successiva “La grande carovana” con notevoli “svisate” di Hammond (suonato per l'occasione da Zoccheddu) e dal refrain di facile presa. Piacevole la ballata “Canzone dei cuori semplici”, mentre con “Skizoid blues” si torna ai temi più cari del power trio con chitarra hendrixiana (ma di “Bambi ovvio...), basso e batteria a fornire una solida e compatta ritmica.“Il venditore di palloni” è un'altra ballata (moooolto anni 70) impreziosita dal violino di Roberto Piga. Fossati torna protagonista con il suo feeling chitarristico nel pezzo “In una stanza”. Non convincono appieno “Stelle di vetro”, “Nel mio cortile” e “Solo amore” malgrado il “mestiere” si faccia ovviamente sentire. Chiude l'album la title-track , un bel “bluesaccio” con “Bambi” solo alla voce e con tanto di armonica (Cassinelli) a sancire l'amore, mai venuto meno, della band per questo tipo di sound. Ad essa è collegata un breve brano acustico “Per un solo istante” dai contorni melanconici. Un album viscerale, schietto ed “onesto” ed è quello che si chiedeva alla band a così tanti anni di distanza dal debutto. Ed i Gleemen hanno risposto: presenti.


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Valentino Butti

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