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GHOST MANTRA Chandrabindu autoprod. 2014 ITA

E’ bello constatare come il rock italico, nonostante le solite e note avversità, abbia sempre nuove e volenterose reclute per contrastare la numerosa spazzatura sonora e culturale che viene riversata senza sosta sulla popolazione, in buona parte ormai alienata dal Brutto che avanza. Però in questo caso i Ghost Mantra difficilmente si potrebbero definire come una progressive rock band: a parte qualche influsso contaminatorio, brani articolati e un tocco dei Rush più duri che ogni tanto spunta nel marasma sonoro, il sound del gruppo si orienta principalmente su un hard rock roccioso e solido, con qualche minima velleità psichedelica e sonorità che variano dal post grunge allo stoner, tutto piuttosto ben suonato e prodotto, con unaregistrazione di buona qualità ed una presenza strumentale piuttosto convincente dovuta soprattutto ai due chitarristi, Frank Cassinelli e Macs D, ragazzi in gamba che si destreggiano bene con riffs rocciosi e dinamici, in buon equilibrio tra il classicismo rock anni settanta e tendenze più contemporanee… Il cantato, in inglese, molto melodico di Pablo Cammello è di buona fattura, un po’ acerbo talvolta, forse un po’ di rabbia in più non avrebbe guastato… La precisa e potente sezione ritmica composta da Matteo Canali alla batteria e dal bassista Maurizio Cambianica completano così il quadro del primo cd completo dei lecchesi Ghost Mantra, “Chandrabindu”, il cui titolo lascia intuire un certo interesse verso tematiche a sfondo mistico legate all’induismo, un interesse che si evidenzia con il sitar e le atmosfere esotiche dell’opener “Shape To Burn”, atmosfere che rimangono comunque isolate nel primo brano in quanto il mood generale si sposta presto verso l’heavy rock più urbano ed angosciato, sempre comunque con ampie dosi di melodia ed energia positiva… “Chandrabindu” cresce con ripetuti ascolti, disco piuttosto piacevole e simpatico, dunque, in larga parte fuori da un contesto prog rock ma… coinvolgente ed impegnativo quanto basta per farsi apprezzare un minimo dall’appassionato rock!



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Giovanni Carta

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